21/12/07

REPUBBLICA DOMENICANA. GRANDE MOBILITAZIONE PER LA VITA

Vescovi, associazioni e semplici fedeli hanno invaso le vie di San Pedro

(070510) A San Pedro de Macorís, una delle principali città dell’isola, venerdì 30 novembre migliaia di persone hanno partecipato alla marcia a favore della vita e contro la cultura della morte, organizzata dalla Chiesa Cattolica e sostenuta da diverse organizzazioni cristiane. Il corteo ha preso avvio dalla Cattedrale di San Pietro Apostolo per giungere fino al cimitero municipale di Santa Fe, dove è stata inaugurata una nicchia in memoria dei non nati. Mons. Franciso Ozoria, vescovo della diocesi, ha presieduto la manifestazione, alla quale hanno partecipato rappresentanti ecclesiastici e delle diverse istituzioni locali.

In occasione della marcia è stato presentato il documento elaborato dalla Pastorale familiare della diocesi intitolato "Rispetta, difendi, servi ed ama la vita". Il documento esprime il convincimento che la soluzione ai problemi fondamentali della nazione non sia promuovere la cultura della morte, riflettendo sul carattere criminale ed immorale dell'aborto, e sui seri turbamenti psicologici personali, familiari e sociali che genera. "I buoni e retti legislatori - si legge nel documento - sono quelli che riconoscono che non hanno un potere assoluto in questa materia e che devono procurare solo, sempre ed in tutto, la difesa responsabile dei valori permanenti che derivano dalla legge naturale, rispecchiata nella coscienza e nel cuore degli uomini, dalla Legge di Dio. Anzi, sono quelli disposti a resistere con fermezza, onore e lealtà alle grandi pressioni che provengono da correnti esterne disumanizzanti, da istituzioni internazionali che premono e pretendono di giustificare la cultura della morte".

questo e i seguenti articoli numerati sono di www.mpv.org

URUGUAY. IL PRESIDENTE VASQUEZ PROMETTE IL VETO ALLA LEGGE SULL’ABORTO

La nuova normativa è stata già approvata dal Senato (070509) Il presidente uruguayano ha ribadito la sua contrarietà al progetto di legalizzazione dell’aborto passato dal Senato con 18 voti a favore e 13 contrari. Il presidente ha affermato “La legge sulla Salute sessuale e riproduttiva ha elementi molto positivi che vanno salvaguardati. Tuttavia ce ne sono altri che non condivido dal punto di vista filosofico e biologico e sui quali sarà quindi posto il veto.”

CROAZIA. CROLLANO IN QUINDICI ANNI, ABORTI, DIVORZI E SUICIDI

Con la fine del regime comunista le Ivg si sono ridotte dell’88,5%

(070508) Seppure la legge sulle interruzioni volontarie di gravidanza sia la stessa, dal crollo del comunismo al 2005 gli aborti in Croazia sono diminuiti dell’88,5%.

Marijo Zivkovicc, del Centro per la famiglia di Zagabria ha spiegato che questo risultato “è tutto frutto del lavoro di educazione e formazione al Vangelo della vita promosso dalla Chiesa e dalle associazioni cattoliche”.

Nel 1989, ultimo anno del regime comunista in Croazia, si sono avuti 40mila aborti, mentre nel 2005 gli aborti sono stati 4600. Zivkovic ha comparato i dati di due città industriali con popolazioni simili, come Rijeka (330.000 abitanti) e Split (470.000 abitanti), ed ha fatto notare che in quest’ultima si sono registrati un calo nel numero degli aborti, dei divorzi e dei suicidi, una riduzione dell’uso di contraccettivi e una percentuale quasi doppia di famiglie con almeno tre bambini.

In totale controtendenza rispetto ai dati demografici europei, la Croazia dal 1995 ha visto un incremento dell’11% nel numero di giovani sotto i 14 anni; ha sempre più famiglie che mettono al mondo almeno tre figli; ha un basso tasso di divorzi; un bassissimo livello di persone infette dall’Aids; e un numero ancor più basso di persone che usano il condom.
Secondo il Presidente del Centro per la famiglia croato, gran parte di questo cambiamento culturale è dovuto al lavoro fatto dai cattolici negli anni Settanta e Ottanta, ma soprattutto dopo la caduta del comunismo.

Per dare una idea di come la cultura della vita stia prevalendo in Croazia basta guardare la moneta di 25 Kuna (l'equivalente di tre euro) che nel conio del 2000 ha una parte con l’immagine di un bambino in gestazione con tanto di cordone ombelicale.

PORTOGALLO. MEDICI IN RIVOLTA PER DIFENDERE I PRINCIPI ETICI

L’associazione di categoria risponde picche all’ultimatum del ministro

(070507) L’Associazione nazionale dei medici in Portogallo con il suo leader Pedro Nunes, ha bocciato l’ultimatum impostogli dal governo di Lisbona in merito al cambiamento dello statuto dell’associazione che prevede “il rispetto della vita fin dal suo inizio”.

Il socialista Antonio Correia de Campos, ministro della Salute, aveva imposto all’associazione di rivedere lo statuto in seguito alla legalizzazione dell’aborto.

Nunes, che è portavoce di 35mila medici, ha risposto che “avere principi etici è ciò che differenzia gli esseri razionali da un gregge di pecore, il codice può essere cambiato solo dai medici e non dal ministro”.

SPAGNA 2. ZAPATERO METTE IL FRENO AD ABORTO ED EUTANASIA

I due temi sono “troppo delicati” per entrare nei programmi elettorali dei socialisti

(070506) Tanto la riforma della legislazione sull’aborto quanto i dibattiti sull’eutanasia restano fuori dal nuovo programma elettorale del Partito socialista di Zapatero.

Le questioni di bioetica sono considerate terreno troppo delicato da affrontare, e, nonostante fossero stati inseriti nel programma elettorale del 2004, sarebbero esclusi dal programma per le elezioni del 9 marzo 2008 in cui il governo socialista di Zapatero cercherà la conferma per un secondo mandato.

Il governo spagnolo non ha intenzione di modificare l’attuale legge sull’aborto liberalizzandolo completamente nei primi mesi di gravidanza. Lo ha detto il ministro della sanità Bernat Soria spiegando che la questione ’non è nell’agenda politica’.

Le parole di Soria fanno seguito al ’no’ dei socialisti ad una mozione presentata in parlamento dall’estrema sinistra per liberalizzare l’aborto nei primi tre mesi. In precedenza il premier aveva riaperto il dibattito sull’aborto promuovendo ’una riflessione’ nel partito socialista su tale tema.

SPAGNA 1. IMPERVERSA L’ABORTO CLANDESTINO

Decine di medici arrestati, cliniche chiuse per aborti oltre le 30 settimane

(070505) A seguito di perquisizioni e fermi svolte nei giorni scorsi da parte della polizia, emerge lo sconcertante quadro che vede coinvolti alcuni medici delle cliniche di Barcellona, accusati di aver compiuto aborti a feti di sette ed otto mesi.

Il dott Carlos Morin, responsabile delle cliniche fermato insieme ad altre cinque persone, avrebbe accettato di compiere aborti di 30 settimane con un’iniezione di una sostanza tossica al feto, al costo di 4.000 euro.

I sei fermi hanno portato a tre arresti nelle scorse settimane. Ma le indagini si sono allargate e sono finiti nella rete anche psichiatri e psicologi che avrebbero firmato certificati per consentire l’interruzione della gravidanza senza aver visitato le pazienti. Due cliniche a Madrid coinvolte nello stesso scandalo e collegate all’organizzazione del dottor Morin, sono state chiuse.

RU486. LA PILLOLA E’ DIECI VOLTE PIU’ RISCHIOSA DELL’ABORTO CHIRURGICO

Presentato uno studio della Società medico-scientifica “Promed Galileo”

(0705154) Il 6 Dicembre a Roma, presso la Camera dei Deputati, è stato presentato uno studio scientifico in cui si denunciano tutti i limiti sull’efficacia, la tollerabilità ed i rischi della pillola abortiva Ru486.

La Società medico-scientifica Promed Galileo ha elaborato il documento, utilizzando strategie di ricerca orientate alla sensibilità è stata effettuata la ricerca delle fonti sulle banche dati, oltre alla letteratura "grigia" ed il web.

I ricercatori hanno condotto lo studio affermando che “Il documento intende rappresentare una fonte indipendente di informazioni per le Autorità regolatorie e le istituzioni oltre che per i cittadini poiché la percezione generale della problematica non è stata sufficientemente basata su una corretta valutazione delle evidenze”.

Le conclusioni dell’indagine non lasciano spazio a dubbi: il profilo di sicurezza dell’interruzione di gravidanza con mifepristone/misoprostol è inferiore rispetto a quella con aborto chirurgico, a parità di età gestazionale. Il rischio assoluto è basso per entrambe le metodiche, ma il rischio relativo dell’aborto farmacologico è di almeno 10 a 1.

RU486. SONO DIVENTATE 16 LE VITTIME ACCERTATE

Si moltiplicano gli appelli all’Aifa per non registrare in Italia la pillola abortiva

(070504) Ancora una vittima accertata della Ru486. Una diciottenne americana è infatti la sedicesima donna ad aver perso la vita a seguito dell’uso della contestata pillola. Eppure l’iter per l’ingresso sul mercato italiano della pillola prosegue senza alcuna interruzione. Nel silenzio mediatico quasi totale la Ru486 ha dimostrato di mettere a rischio la vita delle donne dieci volte in più delle altre tecniche, oltre a promuovere l’aborto casalingo fai-da-te e demolire la legge 194, come già accaduto in Francia.

Si moltiplicano di conseguenza gli appelli all’Agenzia per il Farmaco, cui spetta l’ultima parola sulla registrazione della pillola nel nostro Paese, perchè tenga conto di quanto accaduto e non si faccia travolgere da chi vuole speculare sulla salute della donna.

SINDROME POST ABORTO. PRESENTATO UN NUOVO SERVIZIO ALLA DONNA

Lavorerà a stretto contatto con i Centri di aiuto alla vita e con SosVita

(070514) Nel corso del XXVII convegno dei Centri di aiuto alla vita, è stato dato l’annuncio della creazione di un nuovo servizio del Movimento per la vita rivolto alle moltissime donne colpite dalla sindrome post aborto.

«Il servizio» spiega Lucio Romano, vicepresidente del Movimento per la vita «si prefigge, almeno nella prima fase un duplice obbiettivo: da un lato incentivare la ricerca su questa sindrome finora quasi sconosciuta agli ambienti medici italiani ma all’estero da tempo approfonditamente studiata, dall’altro formare e sostenere gli operatori dei Centri di aiuto alla vita che quotidianamente incontrano donne cadute in depressione a seguito di un aborto anche remoto».

«Il nuovo servizio lavorerà a supporto ed in stretta collaborazione con i trecento Cav sparsi in tutta Italia e con SosVita, la linea verde (800-813000) che da dieci anni raccoglie i problemi e le sofferenze di migliaia di donne alle prese con una gravidanza indesiderata o con un aborto pregresso. Ma non è escluso che in una seconda fase si possa aprire un centro di risposta diretta alle donne»

LEGGE 194. TRENT’ANNI E LI DIMOSTRA TUTTI

Il dialogo è possibile ma alcune modifiche sono irrinunciabili

(070513) A conclusione del XXVII convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita (Roma 23-25 novembre 2007), gli oltre seicento partecipanti hanno fissato i punti che potrebbero costituire la base per aprire un dialogo sulla legge. Senza cambiare il giudizio integralmente negativo sulla 194, ma nonostante questo e nel prioritario interesse di offrire una maggior tutela del diritto alla vita a tutti gli italiani, nati o non nati, siamo disposti a lavorare insieme alle forze politiche ed alle istituzioni per individuare alcuni aspetti che rendano questa legge meno ingiusta».

Perché il dibattito sulla legge sia sincero e proficuo, vengono indicate alcune modifche alla normativa:

- Art. 1: La Repubblica non si limita a “tutelare la vita umana fin dal suo inizio”, ma “tutela il diritto alla vita fin dal concepimento”.

- Art. 4: Sono escluse le cause economico-sociali.

- Art. 5: La causa per cui l’aborto viene richiesto viene verbalizzata. Si dà atto a verbale anche delle offerte di alternative e del loro risultato. La funzione consultoriale è svolta esclusivamente in funzione dell’aiuto alla nascita. I consultori non hanno mai il compito di autorizzare l’aborto.

- Art. 6 e 7: Nell’aborto terapeutico la malattia della madre e l’anomalia del figlio è certificata sempre da un collegio di specialisti. Se l’aborto avviene per anomalia del figlio, è sempre effettuato il riscontro diagnostico sul feto. I dati sono riferiti alle Regioni e da queste al Ministro della Salute, che ne fa oggetto di valutazione e ne riferisce al Parlamento.

- Art. 9: L’obiezione di coscienza ha effetto immediato e riguarda anche gli addetti alle farmacie.

- Art. 16: La relazione ministeriale indica anche i dati relativi agli aborti evitati mediante l’intervento pubblico e riferisce anche sui risultati ottenuti dal volontariato.

40 MOVIMENTI PRO LIFE D’EUROPA LANCIANO UNA CAMPAGNA CONTINENTALE

Dieci milioni di firme per il diritto alla vita e la famiglia

(070501) I rappresentanti di 40 organizzazioni per la vita e la famiglia di 14 diversi Paesi europei si sono incontrati nei giorni scorsi a Strasburgo per iniziativa del Forum europeo per i diritti umani e le famiglie (Fefa), in occasione della proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (12 dicembre).

I pro life europei hanno deciso di lanciare una petizione che dovrà protrarsi fino al 10 dicembre 2008 (60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo), e che ha come obbiettivo la raccolta di 10 milioni di firme per la vita e la dignità dell’uomo in tutti i Paesi dell’Unione.

Nella petizione è scritto: “Consapevoli che la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia costituiscono il patrimonio spirituale e morale su cui si fonda l’unione dei popoli europei” constatiamo che “i diritti dell’uomo sono traditi anche perché non sono riconosciuti come titolari di tali diritti tutti gli esseri umani”.

Nel testo si sottolinea anche che “non è sempre chiara la definizione della famiglia, in un contesto generale in cui il crollo demografico in Europa è ragione di grave preoccupazione e diviene sempre più importante il compito educativo dei genitori verso i figli”.

I sottoscrittori della petizione chiedono infine che “alla base della interpretazione, della promozione e dell’attuazione dei diritti umani sia posto sempre il riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale e dalla famiglia come nucleo fondamentale dello Stato, costituita mediante il matrimonio di una donna e di un uomo”.

In Italia ad organizzare la raccolta sarà il Movimento per la vita che ha attivato un indirizzo mail con cui aderire on line: dirittiumani@mpv.org

20/12/07

COMMENTI

Le seguenti lettere sono prese da "il Foglio"


AL DIRETTORE Anche a nome dell’associazione che rappresento, aderisco senza esitazione alla “Grande Moratoria della strage degli innocenti”, per sospendere le esecuzioni di aborto che si svolgono ogni giorno nel mondo. Condanne senza appello, senza processo, senza diritto alla difesa. Condanne suffragate dalla forza del diritto, da leggi come la 194 del 1978 che ha introdotto nei cuori e nelle menti dell’opinione pubblica italiana l’idea che l’aborto sia un fatto normale, una questione della donna. Complimenti a lei, caro coraggioso direttore, che compie un primo passo verso il superamento di quel terribile principio di autodeterminazione che è all’origine della Grande Ingiustizia dell’aborto legale. Sarà un cammino lungo e faticoso. Ma, per quello che vale, conti sempre sulla nostra presenza al suo fianco. Fin da ora siamo disponibili alla raccolta di firme, al fianco del suo benemerito giornale, per dimostrare che non tutti hanno ormai supinamente accettato come inevitabile l’uccisione di Abele.

Mario Palmaro, presidente Verità e Vita


AL DIRETTORE Io e lei siamo ideologicamente agli antipodi, ma la sua dichiarazione a Otto e mezzo mi ha commosso. Solo un perfetto ipocrita, infatti, può combattere strenuamente contro la pena di morte, e restare indifferente al cospetto del genocidio dell’aborto. Solo uno stato di straordinaria confusione mentale può spingere a difendere il diritto alla vita di un pericoloso assassino, facendo finta di non vedere il medesimo diritto alla vita di un essere umano inerme e innocente. Da oggi la considero il presidente onorario del movimento per la vita italiano. Con grande stima e riconoscenza.

Enrico Pagano, Milano



AL DIRETTORE Anziché proporre la moratoria per l’aborto (che è una autentica pagliacciata dal momento che lei per primo non crede a questa necessità) perché non propone una moratoria universale contro la guerra e le armi al fosforo, all’uranio, al napalm con le quali si distruggono anche le generazioni che verranno dopo le guerre e si avvelena il pianeta?

Pietro Ancona, via Web

rispondo io: 1. l'una non esclude l'altra. 2. come si a giudicare quello che crede o non crede una persona?


AL DIRETTORE Non ho nemmeno un Dio a cui appellarmi. Diffido della mia coscienza, come delle coscienze in genere che sono giudici indulgenti. Ma mi scuote un sentimento di ripugnanza e di depressione se soltanto penso all’aborto. Si impicca per profilassi sociale fra le urla di terrore del condannato e quelle di protesta dei sacrosanti abolizionisti. Il bimbo viene mandato a morte quasi sempre per profilassi tardiva e non so come sia il suo grido di paura, né se lo emetta. Conservo una sola utopia, e aderisco.

Mattia Feltri


SÌ, PRONTI A SOTTOSCRIVERE LA MORATORIA

L’ABORTO, DOPO LA PENA DI MORTE

SÌ, PRONTI A SOTTOSCRIVERE LA MORATORIA

MARINA CORRADI - Avvenire

Una moratoria anche per l’aborto. Dalle colonne del 'Foglio' Giuliano Ferrara lancia un sasso nello stagno dei rallegramenti, pure doverosi e sacrosanti, per il voto dell’Onu. E ricorda che oltre alle sedie elettriche e alle forche che ci indignano, ogni anno al mondo si fanno milioni di aborti. Si abortiscono i figli non voluti ma anche quelli che non si hanno i soldi per mantenere, le femmine ritenute di troppo dalle politiche demografiche delle tigri asiatiche, e quelli imperfetti, o come tali identificati, con interventi singolarmente chiamati 'aborti terapeutici' – dove la terapia del malato è la morte. 45 milioni di aborti all’anno nel mondo, 130 mila in Italia, e, ci dicono, è un soddisfacente risultato. Se un bambino muore l’Italia si commuove, ma quei centomila non esistono, e non interessano. Invisibili. Ci fa piacere che sia un laico a lanciare il sasso, perchè, l’avesse fatto un cattolico, non gli avrebbe badato nessuno: i soliti cattolici, fissati con «gli embrioni e quella roba lì», come ha detto Eugenio Scalfari l’altra sera a 'La7', intervistato proprio da Ferrara.

Ma, dunque, una moratoria sull’aborto. In che senso, in che modo in Italia si può parlare di questa 'moratoria', che naturalmente i cattolici sottoscrivono, senza fare dell’utopia? È di questi giorni, a Milano, la notizia delle dimissioni della storica presidente del centro di aiuto alla vita della Clinica Mangiagalli. Paola Bonzi, la donna che nel 1984 fondò nella maggiore Maternità milanese un luogo per aiutare le donne disposte a discutere la decisione di abortire, getta la spugna per protesta: non ha più fondi per andare avanti. Cosa è successo? Due anni fa l’allora primario Giorgio Pardi – ai tempi, autore del primo aborto legale a Milano – si rese conto di come il target delle donne che abortiscono fosse cambiato, da quel lontano 1978. Negli anni Settanta, femministe e borghesi; oggi, all’80% extracomunitarie che rinunciano al figlio per non perdere un lavoro in nero. Pardi si spese – prima di morire all’improvviso, pochi mesi fa – perché tutte le donne che andavano a abortire in via Commenda venissero a conoscenza del Cav. Così in due anni l’utenza è aumentata dell’83%. Solo nel 2006, 833 bambini sono nati grazie all’aiuto del centro. Alle loro madri sono stati distribuiti 604 mila euro per sostenerle nei mesi della gravidanza.

Bene, ma: troppe madri e troppi bambini, ora i soldi sono finiti. In Comune, An vorrebbe stanziare 200mila euro per il Cav, ma i radicali sono andati su tutte le furie. Soldi a un Centro di aiuto alla vita? Mai.

E tutto questo per dire che la moratoria sull’aborto deve cominciare dalla applicazione piena della 194. Il Cav della Mangiagalli è un «consultorio familiare accreditato», di quelli cui l’articolo 5 della legge assegna il compito di «rimuovere le cause» che portano la donna all’interruzione della gravidanza, «di promuovere ogni intervento atto a sostenerla» ,«sia durante la gravidanza che dopo il parto». Questa è, semplicemente, la legge. I fondi per queste attività non sono elemosine da domandare, devono essere garantiti, se la legge li prevede. Una moratoria per l’aborto, bellissimo. Forse meno politically correct che contro la pena di morte, non piacerà ai radical chic, nei quartieri alti, alle femministe invecchiate che non si riconoscono in quelle poveracce romene che se appena hanno i soldi per mangiare, il bambino se lo tengono.

Ma che questa 'moratoria' sia una cosa concreta. Che i consultori propongano davvero un’alternativa. Che ci si domandi che segno è, quest’impennata di domande di aiuto nella prima Maternità del Nord – e se davvero non fare un figlio è ancora e sempre una scelta. E quanti figli si salvano, se tra tante porte chiuse se ne trova almeno una aperta.

APPELLO, ORA LA MORATORIA PER L’ABORTO

C’è anche una pena di morte, legale, che riguarda centinaia di milioni di esseri umani. Le buone coscienze che si rallegrano per il voto dell’Onu ora riflettano sulla strage eugenica, razzista e sessista degli innocenti

http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=GIULIANO_FERRARA_-_Gli_editoriali_11&id=1521

17/12/07

SALVATELI DALLA 194

  • Permette di uccidere a spese dello Stato 130 mila bambini e bambine all'anno, lasciando tante donne sole nella loro disperazione;
  • permette ad alcuni uomini di spingerle all'aborto, lavandosene le mani (e agli sfruttatori di prostitute straniere minorenni di costringerle ad abortire per riprendere il loro lavoro.);
  • dopo l'aborto sa offrire solo contraccettivi perché non succeda più (si veda la relazione del Ministro della Salute di quest'anno);
  • nasconde, occulta, tace, copre il bambino;
  • rinomina l'aborto "interruzione della gravidanza";
  • impedisce di aiutare davvero le madri in difficoltà a scegliere per la vita;
  • impone socialmente l'aborto eugenetico, aprendo la strada all'eutanasia eugenetica dei neonati.

La legge 194 "ha fatto mentalità" ed impedisce - sempre di più - di "parlare dell'esperienza del materno". Chi combatte per rovesciare la legge 194 si fa carico di tutte le donne e di tutti i bambini. Solo dicendo tutta la verità su questa legge possiamo davvero combattere l'aborto e salvare le madri e i loro bambini.

13/12/07

LA LEGGE NON E' APPLICATA

Una legge siffatta ha un suo ruolo se ottiene un decremento del numero di aborti. Ovvero se contrasta la soppressione della vita e rimuove le cause che conducono all'aborto (articolo 1).
Gli articoli 2 e 5 (quelli sui consultori) non sono mai stati applicati.
E ancora: dopo i primi novanta giorni di gravidanza, la madre può abortire solo se «la gravidanza o il parto comportano un grave pericolo per la vita della donna» (articolo 6). Mai applicato.
Inoltre: la legge prevede che quando il bambino è portatore di malformazioni, se questo comporta rischio per la salute psichica della madre, si possa procedere all'aborto terapeutico (che però terapeutico non è, bensì è eugenetico).

http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=13611

29/11/07

LA NORMALE PILLOLA PUO' ESSERE ABORTIVA

L’assai diffuso anticoncezionale a base di estrogeni e progesterone impedisce l’annidamento dell’embrione in utero. Questo effetto è noto fin dagli anni 50, ma parlarne resta un tabù e nessuno ha mai avuto interesse a compiere studi che quantificassero il fenomeno. Già il dubbio obbliga moralmente a una grande prudenza nel suo utilizzo (ed eventualmente all'obiezione alla vendita)

Nel precedente numero di èVita è stata pubblicata la lettera di un farmacista dal titolo «Pillola anticoncezionale: io obietterei».

di Maria Luisa Di Pietro e Lucio Romano

http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2762


26/11/07

NON MORTO, NEMMENO NATO.

Video Demonstration of a Partial Birth Abortion

Il video mostra in modo incruento (usa una bambola) come si effettua l'aborto a nascita parziale, ora bandito dopo forti polemiche per mantenerlo negli USA. E' bene conoscere, in modo disincantato, per giudicare.

PS: Il video è comprensibile anche per chi mastica poco l'inglese.

postato da: carlobellieni

20/11/07

LIGURIA. PROVE TECNICHE DI DIALOGO TRA REGIONE E CAV

Si discute una legge per l’accesso dei volontari nei consultori pubblici

(070414) Prove tecniche di dialogo tra la Regione Liguria ed il volontariato per la vita. Il Consiglio regionale, abbandonando vecchi steccati ha deciso di dare via libera ad una legge che permette ai volontari dei Centri di aiuto alla vita di poter operare nei consultori pubblici.

Non c’è infatti stata alcuna obiezione ad avviare la discussione della legge in Commissione III Sanità. La proposta è stata sostenuta dall'esperienza documentata della Clinica Mangiagalli di Milano dove il professore PARDI, primario della Ginecologia e abortista convinto, ha sempre riconosciuto comunque al Cav un ruolo fondamentale nel cercare di promuovere un progetto di sostegno alla vita e nel tentare di rimuovere in tanti casi le ragioni per un aborto volontario, favorendo alternative più umane all'aborto. I nove Cav liguri, come a Milano, potrebbero essere ospitati all'interno degli Ospedali per cercare di aiutare la donna a decidere di non abortire.

questo e i seguenti articoli (fino al
070401) sono riprodotti da trentadue@mpv.org

MILANO. LA RUOTA TORNERA’ A GIRARE ANCHE ALLA MANGIAGALLI

In funzione presto la Culla per la vita. Sponsor l’assessore Moioli

(070413) I bebè lasciati soli in ospedale subito dopo il parto: sono stati 51 nell’ultimo anno, il triplo rispetto al passato. Il fenomeno delle vite rinnegate alla nascita non è poi così poco attuale come sembra e in questi casi la prontezza dei soccorsi è decisiva. Perciò la futuristica «Culla» che sta per nascere alla clinica Mangiagalli va oltre la riedizione dell’antica e chiacchierata Ruota degli esposti.

L’assessore alle Politiche sociali del Comune, Mariolina Moioli, l’ha fortemente voluta. «Solo un mattone nell’ambito di un progetto ben più articolato di servizi di prevenzione e aiuto messi in campo per le mamme in difficoltà - spiega la responsabile di Palazzo Marino -. A cominciare dalle comunità coinvolte, dagli assegni disponibili per sedici mesi a cavallo del parto. Vogliamo estendere lo strumento della culla, che tutti ci auguriamo sia usato il meno possibile, ad altri presidi ospedalieri caratterizzati da un’utenza massiccia».

USA. I REPUBBLICANI VOGLIONO ALLA CASA BIANCA UN PRESIDENTE PRO LIFE

Importanti sondaggi in vista delle primarie per le elezioni presidenziali

(070410) I repubblicani di Iowa e New Hampshire, i primi Stati americani dove si voterà a gennaio per le primarie, considerano Mitt Romney un candidato che rappresenta di più i loro valori morali su aborto e biotecnologie. Anche se sono coscienti che un candidato come Rudy Giuliani abbia a livello nazionale più chance di vittoria.

E’ quanto emerge da un sondaggio pubblicato da New YorkTimes/Cbs in cui l’ex governatore del Massachusetts, di fede mormone, appare in testa sia in New Hampshire che in Iowa. E nello Stato del mid-west l’ex sindaco di New York è addirittura terzo nei sondaggi, dopo l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee.

La base repubblicana dei due Stati esprime con forza il desiderio di vedere alla Casa Bianca un presidente conservatore, magari ancora più sensibile ai valori importanti di George Bush.

GB. MEDICI ANTI-ABORTO FUORI DALL’ORDINE PROFESSIONALE

E’ l’ipotesi del General medical council che indaga su un medico della Cornovaglia

(070409) Tamie Downes, medico condotto di un piccolo paese in Cornovaglia è indagata dal General medical council, l’Ordine dei medici britannici, con l’accusa di abusare della sua carica per convincere le sue pazienti a non abortire.

Infrangendo il codice etico il medico sarebbe colpevole di mettere davanti le sue opinioni personali, di non mantenere un atteggiamento professionale e distaccato di fronte alle pazienti che si mostrano confuse se praticare o meno l’interruzione di gravidanza.

Secondo recenti raccomandazioni avanzate dalla Commissione di scienza e tecnologia della Camera dei Comuni, i medici che si oppongono all’aborto dovrebbero informare della loro posizione i loro pazienti e, nel caso, metterli in contatto con un altro medico.

GB. SOLO 222 SOCI AVREBBERO ABBANDONATO AMNESTY

Ma l’appello era ad interrompere le donazioni. Aspettiamo i bilanci

(070408) Solo 222 membri di Amnesty international - su 250mila iscritti in Gran Bretagna – avrebbero stracciato la tessera associativa in seguito all’appello lanciato dal cardinal Renato Martino che chiedeva ai fedeli di tutto il mondo di interrompere le donazioni a favore di AI a seguito della decisone presa dal consiglio di Amnesty International di supportare l’interruzione di gravidanza in caso di stupro, incesto o rischi per l’incolumitò della puerpera, abbandonando così la tradizionale neutralità sull’argomento.

Lo afferma la responsabile di Amnesty UK, Kate Allen che però fa un po’ troppa confusione tra la richiesta di “interrompere le donazioni” e “stracciare la tessera”. Aspettiamo i consuntivi economici per valutare la flessione (o meno) delle offerte.

Intanto sarebbe interessante vedere quante tessere sono state stracciate in altri Paesi. In Italia, ad esempio, sono già molte di più di quelle inglesi quelle che ci vengono segnalate tra le migliaia di adesioni all’appello lanciato dal Movimento al Meeting di Rimini e che sarà consegnato ad Amnesty Italiali in occasione del prossimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

RU486. COMMERCIALIZZARE NON VUOL DIRE LIBERALIZZARE

La “via ospedaliera” per l’aborto indicata dalla 194 resta in vigore

(070405) In merito alla richiesta di commercializzare anche in Italia la pillola abortiva Ru486 da parte della ditta produttrice Exelgyn laboratories va anzitutto detto che la registrazione del farmaco non significa affatto che esso possa essere liberamente usato in Italia. Sarebbe una violazione inammissibile delle leggi vigenti, in particolare della legge 194 che prescrive l’esecuzione dell’aborto esclusivamente in sede ospedaliera. La scelta della “via ospedaliera” non è stata fatta a cuor leggero dai promotori e difensori della legge che hanno voluto come caposaldo della norma la socializzazione del fenomeno aborto e l’intervento diretto delle strutture pubbliche. Dove sono ora gli sponsor della legge 194? Ci aspetteremmo una levata di scudi contro il “rischio Ru486” che invece non è dato vedere...

«Quanto al fondo della questione» ha commentato Casini «non c’è che da esprimere nuovamente il dolore che si prova nel constatare che tante energie intellettuali e economiche sono usate per sopprimere la vita anziché per evitare la morte dei più piccoli e più poveri tra gli esseri umani».

RU486. IL 10 DICEMBRE L’AIFA INIZIA L’ESAME DEL DOSSIER

La procedura di mutuo riconoscimento lascia pochi spazi di autonomia all’Italia
(070404) Lunedì 10 dicembre la documentazione per la richiesta di commercializzazione della pillola abortiva Ru486 sarà all’esame dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La procedura con cui viene chiesta la registrazione della Ru486 è chiamata di mutuo riconoscimento, secondo le regole vigenti è vincolante per i tutti i Paesi Ue. Il 10 dicembre la sottocommissione incaricata di analizzare le domande di autorizzazione all’immissione in commercio dei nuovi farmaci, si riunirà per valutare il dossier fornito dalla Francia, dove la pillola viene già utilizzata. Ad una prima valutazione amministrativa, ne seguirà una tecnico-scientifica, la scadenza per inviare il parere finale alla Francia è di soli 90 giorni. Il 12 dicembre i risultati dei lavori della sottocommissione dovrebbero confluire nella seduta plenaria, per arrivare infine al Consiglio di amministrazione dell’Aifa. Il via alla commercializzazione del prodotto dovrebbe arrivare tra la fine di aprile e l’inizio di maggio

RU486. TURCO: I FARMACISTI NON HANNO DIRITTO ALL’OBIEZIONE

Una posizione inspiegabile che contraddice la stessa legge 194 sull’aborto

(070415) Non è possibile l’obiezione di coscienza per i farmacisti. Parola del ministro della Salute, Livia Turco. Era stato il Papa a invocare la possibilità di obiezione di coscienza per i farmacisti rispetto ad alcuni medicinali particolari, come la pillola del giorno dopo o la Ru486 (vedi notizia 070305).

"Che cosa significa nel merito?", si chiede la Turco. E aggiunge: "C’e’ un prontuario farmaceutico, in cui i medicinali sono selezionati sulla base della loro capacità di salvare vite e di curare, c’e’ un processo di autorizzazione complesso e basato su evidenze scientifiche, che ha un’autorità europea. Come si può fare obiezione di coscienza rispetto ai farmaci?" conclude con una domanda il ministro.

Il ministro sembra ignorare che l’obiezione è prevista dalla legge in campo militare e sanitario e che i farmacisti fanno parte del personale medico come previsto dall’articolo 9 della legge 194/78, e come tale hanno il diritto di non prestarsi in alcun modo a procedure d’aborto come indubbiamente è la somministrazione di Ru486

NORLEVO. OGNI GIORNO VENGONO VENDUTE MILLE PILLOLE

Ma il Corriere anestetizza le coscienze: “tranquilli, non è aborto!”
(070403) "Da giugno 2006 a luglio 2007 sono state vendute in Italia 356mila pillole del giorno dopo. Quasi mille al giorno. Oltre la metà delle acquirenti ha meno di vent’anni (55%), il resto delle pillole è andato alle signore dai 20 ai 50 anni (45%)". Lo riferisce il Corriere della sera che aggiunge “la quantità di ormoni che rilascia per impedire l’ovulazione e l’eventuale fecondazione non è una passeggiata. Invece per molte signore e signorine è diventata un contraccettivo. Non sono poche ad averla assunta più di una volta". Però subito dopo specifica, tranquillizzante per le coscienze di tutti, "La pillola del giorno dopo non è un aborto”. Certo se la gravidanza non è iniziata (in questo caso è inutile), ma se la gravidanza ha avuto inizio, cari amici del Corriere, come altro lo si può definire?

BENEDETTO XVI: PIETOSI E ACCOGLIENTI CON CHI HA ABORTITO

Ma inflessibili con “le agenzie che promuovo l’aborto”

(070402) L’aborto ’non può 
mai essere giustificato’. La diretta distruzione della vita 
umana non è mai ammissibile, ’per quanto difficili siano le 
circostanze che portano qualcuno a considerare un passo così 
grave’. Tuttavia la comunità cristiana deve accogliere quanti 
’si pentono di aver partecipato’ a tale grave peccato. Il Papa 
ha ribadito il ’no’ della Chiesa all’interruzione di 
gravidanza, accusando l’azione delle ’agenzie che promuovono 
l’aborto’ ma raccomandando allo stesso tempo uno spirito di 
apertura verso chi manifesta pentimento. 


Il monito di Benedetto XVI è stato pronunciato durante 
l’udienza ai vescovi del Kenya in visita Ad Limina. ’E’ 
materia di grande preoccupazione - ha detto Ratzinger - il fatto 
che la cultura secolare globalizzata stia esercitando una 
crescente influenza sulle comunità locali, come risultato delle 
campagne delle agenzie che promuovono l’aborto’.

’Questa distruzione diretta di una vita umana innocente - ha 
aggiunto - non può mai essere giustificata, per quanto 
difficili siano le circostanze che possono portare qualcuno a considerare di fare un passo così grave’. 
’Quando voi predicate il Vangelo della vita - ha esortato 
Benedetto XVI - ricordate al vostro popolo che il diritto alla 
vita di ogni innocente essere umano, nato o non nato, è 
assoluto e si applica ugualmente a ogni persona senza eccezione 
alcuna’. Il Papa, a tale proposito, ha avvertito che ’la 
comunita’ cattolica deve aprirsi a riaccogliere tutti quanti si 
pentono dall’aver partecipato al grave peccato dell’aborto, e 
dovrebbe guidarli con carità pastorale ad accettare la grazie 
del perdono, il bisogno di penitenza e la gioia di entrare 
ancora una volta nella nuova vita di Cristo’.

QUATTRO TAVOLE ROTONDE PER CAPIRE TRENT’ANNI DI 194

Al XXVII Convegno dei Centri di aiuto alla vita di Roma

(070401) “Trent’anni di legge 194” è il titolo del Convegno dei Centri di aiuto alla vita che si terrà a Roma (Centro congressi Grand Hotel Carpegna) dal 23 al 25 novembre. Questa XXVII edizione del convegno si pone all’inizio delle manifestazioni che nei prossimi mesi ricorderanno l’approvazione della legge che nel 1978 ha introdotto l’aborto volontario in Italia.
Quattro le chiavi per interpretare i trent’anni passati e per ipotizzare prospettive nuove e diverse per gli anni futuri (superamento, modifica, applicazione integrale della legge). Quattro chiavi di lettura che trovano una corrispondenza in altrettante tavole rotonde.
La prima, sociale, si svolgerà venerdi 23 ore 17,30 e vedrà la partecipazione di Carlo Casini, Luciano Corradini, Savino Pezzotta, Marcella Reni e sarà aperta dall’intervento di mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei e da un messaggio del card. Camillo Ruini.
Alla seconda tavola rotonda (sabato ore 9) dedicata alla donna e dal titolo “Sindrome post aborto e riconciliazione” prenderanno parte esperti della materia come Tonino Cantelmi, Dario Casadei, Elena Vergani.
La terza (sabato ore 11), più squisitamente politica, vedrà la partecipazione di parlamentari ed amministratori locali. Hanno già confermato la propria presenza Paola Binetti, Luisa Santolini, Pino Morandini La quarta ed ultima (domenica ore 9,30) sarà dedicata ai giovani, alle generazioni che non hanno voluto né votato la legge 194. Parteciperanno i rappresentanti di numerose aggregazioni giovanili cattoliche e non solo che dialogheranno con il sottosegretario alla solidarietà sociale, De Luca.
Conclusioni, domenica, con Benedetto XVI

15/11/07

VIDEO SHOCK SULL'ABORTO. RE NUDO.

Contro l'antilingua abortista, ecco finalmente in rete il filmato didattico-scientifico che mostra la verità sull''aborto. Si tratta di una forte proposta di sensibilizzazione delle coscienze a favore del diritto alla vita e contro l'aborto attraverso la diffusione di un filmato didattico-scientifico.

Si ricorda che tale video è stato oggetto di molti attacchi da parte del mondo progressista, che sono giunti fino alla denuncia penale e al sequestro del filmato. Ovviamente, se tutti inseriranno tale video sul proprio sito gli abortisti non riusciranno ad impedirne la visione.

Scarica direttamente il video (32 Mb)

1 VOLTA SU 10. TASSO DI FALLIMENTO DEL PRESERVATIVO

Il preservativo, prescindendo da qualsiasi degradazione accidentale, ha già di per sé fessure, plissettature, cavità, porosità, che lo rendono non di rado inefficace, anche come contraccettivo (Massimo Pelliconi, “Diventerete come dei”, Itaca). Come può proteggere dal virus dell’Hiv, che è 450 volte più piccolo di uno spermatozoo?

COLPEVOLE DI NON INFORMARE

Far scoppiare una bomba in mezzo alla strada non è di per sè omicidio, lo diventa se in quel momento passa qualcuno.
C'è qualcuno che può dire che far scoppiare una bomba in mezzo alla strada non è e non sarà mai omicidio? Certo, chi se non il mitico Corrierone?
C'è qualcuno che paragona la gravidanza (un bambino che cresce nel ventre materno) a una malattia venerea? Certo. Sempre il Corrierone!
C'è chi pensa che l'unico problema della vita sia la salute?
E chi pensa che la sessualità sfrenata dei giovani non è mai un problema se si usa il preservativo?

PS. Il preservativo ha un efficienza del 90% contro l'AIDS (un po' bassa se si pensa che ci si gioca la pelle) ma nessuno lo dice. Come mai?

http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_15/donne_pillola_giorno_dopo_voltattorni.shtml
Godetevi questo orripilante articolo: il problema della pillola del giorno dopo è che fa male, alla mamma s'intende. Secondo me fa più male al figlio ma non una parola viene spesa.

14/11/07

COLPEVOLE DI INFORMARE

Una dottoressa inglese di 36 anni potrebbe perdere il lavoro per aver salvato numerose donne e bambini. In un'intervista al Daily Mail nel maggio 2007 aveva raccontato che parlava con le donne che volevano abortire, invitandole a decidere in maniera informata e consapevole. Molte donne ora le sono grate. Ma questo evidentemente non piace. "Le donne devono decidere da sole, vivere da sole, abortire da sole", secondo tanti benpensanti. I martiri del 21 secolo non devono essere cercati lontano: questo medico di famiglia ne è un esempio.

da carlobellieni

09/11/07

6-7MLN DI MORTI IN 40 ANNI SOLO IN UK


Profonda tristezza: il nazismo ha fatto meno vittime... solo che il nazismo è finito

I LAICI (-STI) BLOCCANO IL PROGRESSO

GB, feto malato non si arrende alla condanna: sopravvive all'aborto selettivo e nasce sano

Tentano di abortire un feto di una coppia di gemelli, ma il bambino, nonostante abbiano inciso la placenta, non muore, i due nascono... e stanno bene entrambi. Tre considerazioni:

1- Secondo il quotidiano inglese che riporta la notizia, incidere la placenta avrebbe sbloccato e "curato" la patologia del gemello... insomma, i medici avrebbero scoperto un nuovo sistema per curare simili problemi in utero: è la prova che la medicina potrebbe andare avanti, ma l'aborto (cioè far sparire la malattia buttando via il malato) blocca il progresso medico: se l'aborto fosse finito con la morte del feto, non si sarebbe scoperto mai nulla

2- il feto a 25 settimane sente il dolore: sarebbe morto asfissiato... e pensate con quenta sofferenza!

3- il feto sopravvissuto saprà che la mammina lo voleva morto... esiste una sindrome detta PASS, che è dei sopravvissuti ad incidenti di auto... o aborti; già, perché anche l'altro gemello che sarebbe sopravvissuto avrebbe saputo di essere vivo grazie alla soppressione del fratello: gli psichiatri sono preoccupatissimi per i risvolti (non solo su chi muore, ma anche su chi sopravvive: sensi di colpa e di onnipotenza...)

STAI ZITTA ED ABORTISCI

The New York TimesTelling the Stories Behind the Abortions

IL NY Times recensisce un libro pro-aborto ... e in cui si narra il racconto atroce di un bambino abortito a 21 settimane, che ha fatto rabbrividire l'autrice tanto da decidere di non fare mai aborti oltre il primo trimestre -e quanti invece se ne fanno...-

Nel libro si narra ancora: la storia di un aborto fatto dopo uno stupro... ma che una volta fatto si è capito che il bambino era stato concepito prima dello stupro, col marito della donna, e dunque abortito per errore. Un libro in cui l'autrice narra la propria esperienza di aborto, in cui il counseling (cioè il colloquio per superare l'aborto che si fa prima con il medico) era stato -guarda che novità- limitato a come pagare e dov'è il pronto soccorso; e un aborto legale durante il quale, a tutte le domande che la donna faceva, c'era una sola risposta "stai zitta!". ... Già: i racconti onesti mostrano le cose; le ideologie mostrano le fantasie. Ma non era un libro "pro" aborto???


http://www.carlobellieni.splinder.com/

PROSEGUE LA CARNEFICINA DELLE DONNE

UNFPA, the United Nations Population FundSex-Ratio Imbalance in Asia: Trends, Consequences and Policy Responses

Cresce la lista dei Paesi coinvolti per l'aborto selettivo in base al sesso: le bambine scomparse sono un problema per le Nazioni Unite, come si vede dalla documentazione ONU allegata.

Guardate lo straziante video dell'ONU!

Ma in realtà non è che la drammatica estensione di un principio ben accettato in occidente: "Non lo/la voglio, dunque non deve nascere", e questo è accettato per il feto che ha un dito in meno, per chi ha un'atresia dell'esofago (operabile), per il piccolo Down, per chi semplicemente è stato concepito senza essere stato programmato. Perché allora scandalizzarsi se non si vogliono (e si eliminano prima di nascere) le sgradite bambine?

http://www.carlobellieni.splinder.com/

CHI SPONSORIZZA LA RU486?

Questa volta è vero: la Exelgyn, l’azienda che produce la pillola abortiva Ru486, ne ha chiesto la registrazione all’Aifa, l’ente italiano di controllo dei farmaci. Non avendo fiducia nella sicurezza del proprio prodotto, la Exelgyn ha cercato, come sempre, l’appoggio dei politici, e alcuni hanno risposto.

http://www.fattisentire.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2738

05/11/07

RUSSIA. MOSCA FRENA SULL’ABORTO CON NORME RESTRITTIVE

Le interruzioni di gravidanza erano state nel 2007 già 4 milioni (070316)
Svolta in Russia. Il governo impressionato dal crollo delle nascite causato soprattutto dalla grande diffusione dell’aborto (nel 2007 si sarebbero registrati già quattro milioni di Ivg * molti anche di carattere estetico ndr * ) corre ai ripari. I consultori dovranno dissuadere le donne e sono state tolte le "motivazioni sociali" dalle cause di aborto. Introdotto anche il consenso informato ed una serie di norme più restrittive.


questo come alcuni delle seguenti segnalazioni sono prese da trentadue@mpv.org

CILE. FARMACIE OBBLIGATE A VENDERE LA PILLOLA ABORTIVA

Immediata la reazione dei pro life: attacco alla vita ed alla libertà

(070315) Il ministero della Salute del Cile ha imposto una multa di 33 milioni di pesos a tre catene di farmacie che non hanno tra i loro prodotti la pillola abortiva. Da cinque mesi il prodotto è disponibile nel Paese e il ministero ha sottolineato che le farmacie devono comprarle e se non lo fanno rischiano la nuova multa e perfino la chiusura dei locali.

L'organizzazione “Muévete Chile” (Muoviti Cile) e la Rete di istituzioni per la vita e la famiglia hanno lanciato una campagna per appoggiare le farmacie, ricordando che con questa sanzione non solo si sta attentando contro la vita ma perfino contro la libertà.

SANTO DOMINGO. BATTAGLIA SULLA LEGALIZZAZIONE DELL’ABORTO

L’impegno dei cattolici è condiviso anche dalle Chiese protestanti

(070314) Moltissime le iniziative messe in atto da giovani e adulti della Repubblica Dominicana per respingere con fermezza la depenalizzazione dell'aborto proposta da alcuni gruppi durante l'elaborazione e l’approvazione del nuovo Codice Penale del paese.

Si chiede la legalizzazione nei casi di violenza, deformità del feto e pericolo di vita della madre.
La Chiesa cattolica della Repubblica Dominicana continua a respingere energicamente la proposta rispondendo in tutto il territorio nazionale con l’impegno delle undici diocesi del Paese. Il XXV Incontro Nazionale di Pastorale, celebrato dal 10 al 13 ottobre, ha impegnato tutte le istanze della Chiesa in questo sforzo per ostacolare la legalizzazione dell'aborto a cui si sono unite la maggioranza delle chiese protestanti e istituzioni non religiose.

URUGUAY. IL SENATO TORNA A VOTARE

Fortissime pressioni nazionali e internazionali avrebbero spostato voti

(070313) Il prossimo 6 novembre il Senato Uruguayano tornerà a votare sul Progetto di Legge di Difesa del Diritto alla Salute Sessuale e Riproduttiva, che tende a legalizzare l'aborto in quel Paese. Già lo scorso 17 ottobre il tentativo non era riuscito, ma nel frattempo le pressioni sui singoli senatori sono state incessanti. Tre di coloro che erano per il no sarebbero stati convinti almeno ad assentarsi dall’aula per il voto

GB. ATTESA PER IL DISCORSO DELLA REGINA AL PARLAMENTO

Genetica ed aborto potrebbero essere inseriti nell’attività politica dell’anno

(070312) Grave preoccupazione è stata espressa dai pro life britannici per il discorso della Regina, l’apertura ufficiale del Parlamento durante il quale viene resa nota la legislazione dei prossimi dodici mesi. In tale attività è stata compresa l’Human tissue and embryos bill, la nuova legge che amplierà la definizione di embrioni per includervi anche quelli prodotti per clonazione e altri processi. Il 6 novembre il sovrano introdurrà la nuova proposta di legge che prevede un uso più diffuso della fecondazione in vitro e della sperimentazione sugli embrioni, la produzione di embrioni interspecie a scopo di sperimentazione e il prelievo di gameti da pazienti senza il loro consenso.

In Gran Bretagna l’opinione pubblica sembra anche a disagio con il limite al quale viene consentito l’aborto. Secondo una inchiesta condotta dal quotidiano Daily Telegraph la maggior parte dei parlamentari vorrebbero ridurre il termine entro cui l’aborto è consentito (attualmente la 24ma settimana di gravidanza). A cominciare da lord Steel, il padre dell’Abortion act che introdusse nel 1967 l’aborto in Gran Bretagna.

NORD IRLANDA. APPROVATA UNA MOZIONE ANTI ABORTO

I pro life festeggiano “una grande vittoria del bambino non nato

(070311) L’assemblea dell’Irlanda del Nord ha approvato una mozione contro l’aborto. “Una vittoria del bambino non nato” commentano i pro life di Precious Life che nei giorni avevano presentato una petizione firmata da 120mila cittadini del piccolo Stato

RIFLETTERE SU ABORTO ALL'ONU

(070316) Grande e unanime soddisfazione per l’accordo raggiunto all’Onu su un testo della moratoria per la pena di morte. Ma la questione della pena capitale deve essere inserita “nel contesto del diritto alla vita, e il diritto alla vita è un diritto che parte fin dal concepimento e va fino al termine della vita": lo ha sottolineato mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu. "Quando c’è il rispetto di tutte le fasi della vita, si può benissimo anche risolvere molto meglio la questione della pena capitale".

L’OBIEZIONE DI COSCIENZA PER I FARMACISTI? ESISTE GIA’

Lo dimostrano i casi in cui farmacisti sono stati chiamati in giudizio

(070305) «Che i farmacisti abbiano diritto a rifiutarsi di commercializzare farmaci abortivi, nonostante il gran dibattito seguito all’intervento del Papa, è ormai cosa certa. Non a caso nessun caso tra i molti in cui si è tentato a colpi di magistratura di imporre ad un farmacista di vendere il Norlevo è mai neppure arrivato in aula» così Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, interviene sulla possibilità di estendere ai farmacisti la facoltà di obiezione all’aborto.
«Del resto la questione riguarda unicamente la Pillola del giorno dopo, visto che la Ru486 - ammesso che venga mai utilizzata in Italia - avrà un uso esclusivamente ospedaliero e quindi non chiama in causa le comuni Farmacie. Che il Norlevo possa provocare l’aborto è dimostrato anche dalla sentenza del Tar del Lazio che ha imposto ai produttori di specificare tale possibilità nel foglio illustrativo.

«Senza dubbio quindi i farmacisti hanno la facoltà di dichiarare la loro obiezione di coscienza rifiutando la collaborazione ad un possibile aborto. Lo esige una corretta interpretazione della stessa legge 194 sull’interruzione di gravidanza.

«Ma anche senza appellarsi alla legge, appartiene al comune intendere la certezza che costringere qualcuno ad uccidere un essere umano - o anche qualcuno che ritiene ragionevolmente di riconoscere un essere umano in un embrione - è davvero contrario ad ogni senso di umanità.

«Tutto è già scritto e codificato, ma forse una legge potrebbe essere opportuna. Non però per aggiungere qualcosa nell’ordinamento giuridico, ma solo per garantire un’interpretazione autentica alla legge esistente che impedisca erronee interpretazioni come quella della Federfarma e del ministro Turco».

MANIFESTO GAY. L’UNICA DISCRIMINAZIONE E’ SUL NON NATO

Ma non pretendano di assimilare le unioni omosessuali alla famiglia

(070304) «Non c´è alcuna discriminazione contro gli omosessuali» commenta così Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, la scelta del manifesto che la Regione Toscana vuole utilizzare per la “campagna contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere” promossa col patrocinio del ministero per le Pari opportunità. «Non c’è alcuna discriminazione da parte nostra quando affermiamo, insieme a tanti altri, che l’unione tra omosessuali non può essere assimilata ad un’unione matrimoniale tra un uomo ed una donna che, in quanto tale ha rilevanza sociale al punto da costituire la "cellula fondamentale della società e dello Stato”.

«Troviamo invece che sia fortemente discriminatorio qualificare di omosessuale un bimbo che non ha alcuna possibilità di manifestare tendenze sessuali. Anzi: più che una discriminazione è una inaccettabile violenza sui più piccoli e più deboli.

«Ed è estremamente urtante che venga utilizzato come testimonial contro la inesistente discriminazione verso agli omosessuali un bimbo appena nato, superstite della vera, grande discriminazione che ha ucciso a milioni con l’aborto e la sperimentazione distruttiva tanti suoi simili prima della nascita, sia adottato, è estremamente urtante.

GIORNATA PER LA VITA 2008. PUBBLICATO IL MESSAGGO CEI

“Servire la vita” è il titolo della Giornata del 3 febbraio

(070301) Il Consiglio episcopale permanente ha reso noto il messaggio per la 30a Giornata nazionale per la vita che si svolgerà il 3 febbraio 2008 sul tema "Servire la vita".

Nel ribadire che i figli sono una grande ricchezza per ogni Paese, il messaggio denuncia “il dramma dell’aborto” che “non sarà mai contenuto e sconfitto se non si promuove la responsabilità nella maternità e nella paternità” che significa “considerare i figli non come cose, da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori” ma “sempre e soltanto un dono”. I Vescovi ricordano che “un figlio non è un diritto” e non è “una cosa su cui esercitare una sorta di diritto di generazione e proprietà”.

Secondo il Consiglio Permanente della CEI “la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita”, dal concepimento alla morte naturale.

Nel messaggio si ribadisce che “una vita è sempre e comunque degna in quanto tale”, anche “quando è scomoda e dolorosa”, e questo “vale anche per chi è gravemente ammalato, per chi è anziano o a poco a poco perde lucidità e capacità fisiche”.

“Nessuno può arrogarsi il diritto di decidere quando una vita non merita più di essere vissuta. Deve, invece, crescere la capacità di accoglienza da parte delle famiglie stesse”, aggiungono.

Il messaggio si conclude con un sentito ringraziamento “a tutti coloro che scelgono liberamente di servire la vita. [] Grazie: voi che servite la vita siete la parte seria e responsabile di un Paese che vuole rispettare la sua storia e credere nel futuro”.

30/10/07

Anche Benedetto XVI torna a parlare di aborto

Mentre Benedetto XVI lancia il suo affondo sui temi etici e invita i farmacisti cattolici a fare appello all'obiezione di coscienza laddove si va contro la vita in modo diretto, come nel prescrivere farmaci abortivi, l'interruzione di gravidenza torna a fare notizia e a far parlare di sé. E anche gli stessi che lo considerano un diritto consolidato iniziano a preoccuparsi dell’aumento del numero delle interruzioni di gravidanza.


26/10/07

Macché tragedia, dicono a Londra, è una scelta (per fortuna) in aumento

Giù la maschera, l’aborto è bello


Hanno detto quello che pensano, senza fingere di credere che l’aborto sia sempre una tragedia. Hanno spiegato, con sincerità, che l’aborto è progresso. Ann Furedi, a capo del British Pregnancy Advisory Service, movimento pro choice che aiuta le donne nelle interruzioni di gravidanza e nella contraccezione, ha risposto alla denuncia di Lord Steel, autore dell’Abortion Act di quarant’anni fa, sconvolto dai duecentomila aborti l’anno in Inghilterra: “Ci sono molte ragioni positive – ha detto – per cui il numero degli aborti è in crescita: le donne hanno maggiore accesso alle strutture, hanno il sostegno economico del servizio sanitario nazionale e ora considerano l’aborto un’opzione accettabile se si trovano a dover fare i conti con una gravidanza indesiderata. Se credi che le donne debbano poter decidere del loro futuro riproduttivo, allora questi sono cambiamenti positivi… oggi le donne si sentono molto più in grado di decidere quando e se diventare madri”. Il progresso è liberarsi velocemente di un bambino non programmato, il progresso è farlo a casa propria (come ha appena proposto il Parlamento inglese: a casa e con consenso informato entro le dodici settimane, così si può saltare anche la fase del certificato dei due medici), e ora finalmente si può smettere di raccontarsi bugie gelidamente compassionevoli: l’aborto è “un’opzione accettabile”, niente di più. Un modo per risolvere una piccola distrazione, un mezzo per governare al meglio la propria vita, eliminandone un’altra, più piccola. E’ il progresso, bellezza, e chi sopravvive è fortunato.

Da "Il Foglio" del 26-10-07

25/10/07

Troppi aborti in Inghilterra. Il padre della legge si pente

Ogni anno più di 194mila casi. Il mea culpa di Lord Steel: «Non avrei mai immaginato una situazione così grave». In discussione norme più restrittive…



Ride e piange. Anche se ha appena dodici settimane. Anche se è ancora nel pancione della mamma. E sembra quasi che cammini nel suo grembo. L’immagine tridimensionale di un feto prodotta da Stuart Campbell, ex professore di Ostetricia e Ginecologia al King’s College di Londra e pioniere delle più recenti tecnologie di analisi prenatale, da qualche tempo ha riaperto nel Regno Unito il dibattito sull’aborto e costretto all’apertura di un’inchiesta del Comitato per la Scienza e la Tecnologia. Ma da ieri, da quando il padre della legge nazionale sull’interruzione di gravidanza, il liberaldemocratico Lord Steel, ha parlato al Guardian sostenendo che «troppi aborti» vengono praticati nel Paese e che l’abuso è ormai diventato una triste realtà, a Londra è scoppiata la bufera.

24/10/07

Toscana: cartellone con neonato con braccialetto ID "homosexual"

Carlo Casini «il fatto che un bimbo appena nato, superstite della grande discriminazione che ha ucciso a milioni con l’aborto e la sperimentazione distruttiva tanti suoi simili prima della nascita, sia adottato come testimonial contro la inesistente discriminazione verso agli omosessuali, è estremamente urtante. Qualificare di omosessuale un bimbo che non ha alcuna possibilità di manifestare tendenze sessuali - sostiene - è una violenza e una inaccettabile discriminazione, a danno dei più piccoli e dei più deboli»

15/10/07

Ventidue settimane e può vivere

Ormai sappiamo che da 22 settimane dal concepimento il neonato può vivere fuori dell'utero materno: ecco le prove: Il tarlo che insidia la gravidanza. Diagnosi prenatale: per curare o per selezionare? ecco le cose che non si può non sapere.

What REALLY happens during an abortion

In Inghilterra ricorre il 40° anniversario della legge sull'aborto e sull'aborto si discute in pubblico. Molti, certo non per motivi religiosi, chiedono di ridurre il periodo massimo entro cui è consentito.

L'articolista scrive: "Sorprende poco il fatto che alcuni dicano che la legge è interpretata per concedere l'aborto a domanda. Pochissimi dottori direbbero di no ad una donna che crede di non poter sostenere la gravidanza o un bambino non voluto" (Small wonder, then, that some say the law is interpreted to allow abortion on demand. Very few doctors will refuse a woman who believes she can't cope with the pregnancy or an unwanted child. )

postato da: carlobellieni

GRAN BRETAGNA. I CRISTIANI SCENDONO IN PIAZZA PER I NON NATI

In occasione del quarantesimo anniversario della legalizzazione dell’aborto

(070215) A quarant’anni dalla promulgazione della legge sull’aborto nel Regno Unito, l’associazione degli avvocati cristiani (Lcf) chiama tutti i cristiani a marciare il 27 ottobre fuori dal Parlamento in una manifestazione contro l’aborto nel 40° anniversario dalla legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza nel Regno Unito.

L’appello per i cristiani è di parlare, di farsi sentire e rompere il silenzio sulla tragedia dell’aborto, ma anche di preoccuparsi delle scottanti questioni della legge sugli embrioni e sui tessuti umani a pagamento che saranno votati in parlamento questo autunno.

«Una cosa è chiara- scrive l’Lcf - questo mese di ottobre costituisce un’occasione unica per i cristiani di parlare per coloro che non possono parlare da soli».

USA. Il 7 OTTOBRE SI E’ CELEBRATA LA GIORNATA PER LA VITA

Il tema scelto dalla Conferenza episcopale era “Il bambino esultò nel grembo”

(070209) “Testimoniare la verità dell’incomparabile dignità e diritto alla vita di ogni essere umano”. L’esortazione è contenuta in una nota, diffusa dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), in occasione della Giornata per la vita che si è celebrata nelle parrocchie americane il 7 ottobre scorso. Il documento, firmato dal presidente della Commissione pro-life dell’Usccb, card. Justin Rigali, denuncia “la confusione sui temi della vita quali la ricerca sulle cellule embrionali, l’aborto e l’eutanasia ed invita tutte le persone di buona volontà a testimoniare per il diritto alla vita di ogni uomo”. “Questo – afferma il card. Rigali – è più di una preoccupazione religiosa ed è riconosciuto dalla convenzione dei diritti del bambino del 1989”. I vescovi americani hanno, dal 1972, promosso una campagna a difesa della vita, di cui la Giornata del 7 ottobre è un appuntamento cardine. Quest’anno il tema scelto era “Il bambino esultò nel grembo” tratto dal Vangelo di Luca.

L’UNICEF FINANZIA UNA CAMPAGNA GLOBALE PER L’ABORTO SICURO

La denominazione è paradossalmente “agisci ora per le donne e i bambini”

(070205) Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New da diverse agenzie dell’Onu e Ong. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata paradossalmente Deliver now for women and children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef), che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia.

Presentata come una campagna facente parte dei Millennium development goals (gli Obiettivi del Millennio decisi dall’Onu nel 2000) per sensibilizzare sulla salute delle donne e dei bambini, il programma di “Deliver Now” prevede tra l’altro un invito all’ “aborto sicuro”, che è sinonimo di aborto legale. La campagna è coordinata dalla Partnership for maternal, newborn & child health, diretta da Kul Gautam, vice direttore esecutivo dell’Unicef e assistente del Segretario generale dell’Onu, e i cui membri comprendono tra gli altri: la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International planned parenthood federation (IPPF), le agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, nonché OMS e UNFPA.

Il sito web di Deliver Now presenta questa durissimo slogan: “Oltre 10milioni di morti l’anno. Troppe per poterle ignorare”. Questa enorme cifra è la sintesi di due dati: il numero di donne morte per cause legate alla maternità, una cifra (altamente sospetta) che diverse agenzie dell’Onu fissano a 500mila e il numero di bambini morti ogni anno per qualsiasi causa, all’incirca 10 milioni. Insomma per evitare i 10 milioni di bambini morti dopo la nascita se ne programma la morte di centinaia di milioni prima della nascita

RU486 DISTRIBUITA IN ITALIA DA FEBBRAIO PROSSIMO

Lo comunica l’azienda produttrice, la francese Exelgyn

(070204) Exelgyn Laboratoires, l’azienda farmaceutica francese che produce la pillola abortiva Ru486, presenterà il 7 novembre la domanda di autorizzazione del farmaco in Italia. Ad annunciarlo è Catherine Denicourt, responsabile farmaceutico dell’industria parigina, che stima anche la possibile data di conclusione della procedura di ’via libera’ nel nostro Paese, per mutuo riconoscimento da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): il 19 febbraio 2008. Dopo quella data la Ru486 dovrebbe essere disponibile in Italia anche se, per effetto della legge 194, l’uso dovrebbe essere solo ospedaliero.

La richiesta di commercializzazione verrà inoltrata all’Aifa e sarà valutata sulla base della procedura di mutuo riconoscimento prevista dalle norme europee. La Francia, nominata dalla Exelgyn ’reference member state’, ossia Stato membro di riferimento, e dove la pillola Ru486 è già commercializzata, ha compilato un report con tutte le informazioni necessarie agli altri Paesi per introdurre il farmaco senza dover ripetere gli esami necessari a verificarne l’efficacia e la sicurezza.

NEL MONDO UNA GRAVIDANZA SU CINQUE FINISCE IN ABORTO

Per lo studio di Lancet il numero complessivo sarebbe però diminuito del 17%

(070203). Una gravidanza su cinque nel mondo termina con un aborto secondo uno studio pubblicato dalla rivista medica The Lancet.

Nonostante la cifra da brivido, il tasso di aborti a livello mondiale sarebbe diminuito del 17% tra il 1995 (46 milioni) e il 2003 (42 milioni), secondo stime basate su dati nazionali ufficiali e studi. Su mille donne di età dai 15 ai 44 anni, 29 hanno avuto un aborto nel 2003, contro 35 nel 1995. L’Europa occidentale ha il tasso di aborti più basso nel 2003 (12 per mille) mentre nell’Europa dell’Est circa la metà delle gravidanze finisce con un aborto.

La diminuzione del tasso di aborti sarebbe stata più importante nei Paesi sviluppati che nei Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi sviluppati, la diminuzione più notevole riguarda l’Europa dell’Est (44 aborti su mille nel 2003 contro 90 su mille nel 1995).

LEGGE 194. L’ABORTO RESTA BLOCCATO A CIFRE ABERRANTI

Lo dimostra, al di là delle interpretazioni ideologiche, la Relazione del ministro

(070202) - La Relazione presentata dal ministro Turco sullo stato di applicazione della legge 194 conferma che l’andamento del fenomeno “aborto” è da anni stabilizzato e mostra solo lievi variazioni in aumento o in diminuzione tra un anno e l’altro. I dati provvisori del 2006 sono in leggero aumento rispetto ai dati provvisori (cioè omologhi) del 2005, ma nella sostanza il numero delle Ivg rimane stabile intorno ai 130mila.

E questo avviene anche se la diminuzione delle donne in età fertile e la diffusione di un aborto neo-clandestino (pillola del giorno dopo) avrebbero dovuto abbassare le cifre delle rilevazioni ufficiali. Si dice quasi con sollievo che sono le donne straniere ad abortire di più, come se i loro aborti valessero meno o se i bambini extracomunitari fossero diversi da quelli italiani…

La verità è che l’aborto rimane un fenomeno inchiodato a dimensioni aberranti: dal 1978 sono quasi 4 milioni e 800mila le Ivg registrate ufficialmente e che non tengono, come è ovvio, conto della clandestinità vecchia (sempre praticata come il caso di Villa Gina dimostra) e nuova (Norlevo).

Davanti a cifre come queste, come può il ministro Turco dire che va tutto bene, che la legge 194 è un’ottima legge che non richiede variazioni neppure per rendere applicate le parti preventive? Come può limitarsi a ritoccare i termini della vita autonoma del feto (pure necessari) nelle linee guida?

E’ necessario modificare l’azione dei consultori affinché nel loro lavoro diano la preferenza alla vita che rappresenta l’interesse sociale, culturale e perfino demografico del Paese

Alcune riforme pure importanti, possono addirittura essere introdotte per via amministrativa senza immaginare sconvolgimenti legislativi Come cambiare il modo di elaborare la Relazione annuale riportando in essa non solo il numero dei morti (gli aborti), ma anche quello dei vivi (bambini sottratti all’aborto attraverso la solidarietà pubblica e privata alle loro madri, indirizzata non alla Ivg ma alla nascita) o come introdurre il riscontro diagnostico sugli embrioni abortiti in caso di presunta malformazione.

La relazione disponibile nel sito http://www.mpv.org

IL DIRITTO ALLA VITA E’ LA NUOVA QUESTIONE SOCIALE

Il contributo del Movimento alla 45ma Settimana Sociale

(070201) Il Movimento per la vita ha presentato il suo contributo alla 45ma Settimana sociale dei cattolici italiani. «Con il grande impatto che nel bene e nel male stanno avendo le biotecnologie sulla società e sulla coscienza diffusa e con i tentativi di svuotare di significato il matrimonio come fondamento della comunità umana, la comunità cristiana che dimenticasse o scegliesse di non porre al centro del proprio impegno sociale la questione antropologica che si declina essenzialmente come difesa della vita e della famiglia, sarebbe una comunità cristiana che deliberatamente rinuncia al suo ruolo di testimonianza e di incidenza sociale, votata all’insignificanza storica» ha spiegato Carlo Casini, nella conferenza stampa di presentazione del documento. «Deve crescere la coscienza che il diritto alla vita ed il diritto alla famiglia, come ha scritto Giovanni Paolo II, sono la nuova questione sociale o che, come ha ripetutamente detto Benedetto XVI, si tratta di temi assolutamente non negoziabili.

«Vale a dire che l’impegno su queste frontiere non costituisce per i cattolici un optional, come pure vorrebbero alcuni, infastiditi da parole che alle loro orecchie suonano demodè. Si tratta invece di temi che, come insegnano le recenti esperienze di impegno per il diritto alla vita ed alla famiglia (come l’approvazione ed il referendum per la difesa della legge 40 e come il Family day), costituiscono una potente forza unitiva sulla quale il popolo dei credenti può ritrovare il comune intendere ed il comune agire.

«Partendo da questi temi i cattolici impegnati nella vita civile possono arrivare a stringere un “patto” per elaborare, decidere ed attivare insieme una comune strategia che traduca in leggi e prassi amministrative la corretta soluzione della questione antropologica, a prescindere dalla collocazione e dalle simpatie politiche, realizzando quella trasversalità che proprio su legge 40 e Family day ha mostrato di essere una strada percorribile e vincente»

documento disponibile nel sito http://www.mpv.org

09/10/07

RU486. NON E' VIETATA.

A cadenze regolari se ne parla, annunciando che sarà introdotta in Italia. Stiamo aspettando, ricordando sempre che in Italia la pillola abortiva non è vietata. Non si abortisce con la Ru486 semplicemente perchè la ditta farmaceutica che la produce - e produce solo quel prodotto -non ha mai fatto richiesta di commercializzazione in Italia.

http://www.stranau.it/news/news_0709/ru486_fretta.htm




La 194 funziona, ma regola una tragedia

Non concordo sulla validità della 194 (vedere articolo relativo alla scia di aborti che si lascia dietro) ma è un articolo acuto soprattutto riguardo il giudizio sulla pillola abortiva.

Inquietante come sempre il dato 130.033 bimbi che non hanno visto la luce, solo nell'anno 2006. Nel mondo sono più i bimbi che vengono uccisi (con le tecniche più raccapriccianti: vedere libro di A.Socci, il Genocidio Censurato) nel ventre materno di quelli che muoiono di fame.




La legge va governata attuandola con la prevenzione, non con la Ru486

L’annuale relazione del ministero della Salute conferma che in Italia gli aborti continuano a calare, sia rispetto all’anno di introduzione della legge 194 (meno 60 per cento), sia rispetto al 2005 (meno 2,1 per cento). Il dato è definito “eclatante” per le italiane, anche se continua a crescere in modo esponenziale il ricorso all’interruzione di gravidanza tra le straniere, alle quali va attribuito il trenta per cento sui 130.033 aborti del 2006 (dato ancora provvisorio). Andrebbe però considerato, prima di gridare al miracolo, che il tasso di abortività in discesa viaggia sempre di pari passo con quello di natalità, a sua volta in caduta: se in Italia si abortisce meno, insomma, è anche perché si fanno sempre meno figli. E’ evidente, invece, soprattutto per quanto riguarda le straniere, che la legge 194 andrebbe pienamente attuata nella parte relativa alla prevenzione, all’offerta concreta di alternative e di aiuto alle donne che, proprio come le immigrate, abortiscono per ragioni economiche o perché fare un figlio, per loro, significherebbe perdere il lavoro. Fa bene la ministra Turco a sostenere la bontà tecnica della legge, sarebbe saggio aggiungere che il suo oggetto, l’aborto, è una persistente tragedia etica. L’efficacia della legge è solo un buon motivo sia per rendere meno decorative alcune sue parti fondamentali, sia per respingere gli attacchi di chi vorrebbe silenziosamente cambiarla. Tra questi, nonostante una vulgata ridicola accrediti il contrario, non ci sono le gerarchie cattoliche, che non si sono espresse in quel senso, come testimonia più di un pronunciamento di esponenti della Cei. A voler davvero cambiare la legge 194, il suo impianto che garantisce che l’aborto sia effettuato in strutture pubbliche con tutte le garanzie che ne derivano e con il metodo che si è rivelato migliore dal punto di vista della salute della donna, sono semmai i fautori della pillola abortiva Ru486. La sua introduzione sarebbe il primo passo di una privatizzazione dell’aborto che lascerebbe ancora più sole le donne e i bambini non nascituri che si portano in grembo. E renderebbe più difficile aiutarle, magari, a non abortire.

03/10/07

C'È CHI CON UN COMPORTAMENTO EUGENETICO BLOCCA LA RICERCA E LA TERAPIA; E NON È LA CHIESA

Mission Impossible: A Routine Childhood

C'è chi combatte, e inizia a vincere una grave malattia;

c'è chi si acontenta di abortire dopo diagnosi prenatale.

Chi dei due ama i suoi figli di più non lo vogliamo giudicare. Ma sappiamo che c'è chi con un comportamento eugenetico blocca la ricerca e la terapia; e non è la Chiesa. (dal NYT)

01/10/07

CULLE PER LA VITA. IN FUNZIONE ANCHE AD ALBENGA E PATERNO’

Si allunga la lista di queste moderne riedizioni delle Ruote degli esposti

(26 settembre-070113) Sono entrate in funzione due nuove Culle per la vita, una soluzione estrema a disposizione delle madri che non possono o non vogliono tenere un figlio e che non si sentono di approfittare della normativa sul disconoscimento alla nascita. In Liguria è stata inaugurata la Culla ad Albenga, mentre in Sicilia è stata aperta quella di Paternò (CT). Le due si vanno ad aggiungere alle decine già messe in funzione dal Movimento per la vita e da Istituzioni pubbliche in tutta Italia da Aosta a Treviso, da Palermo a Padova, da Casale Monferrato a Civitavecchia, da Firenze a Roma, da Bergamo a Finale Emilia a Piacenza.

APPELLO AD AMNESTY INTERNATIONAL SUL “DIRITTO” D’ABORTO

Il documento, nato al Meeting di Rimini, è tuttora aperto alla sottoscrizione

(26 agosto-070112) Oltre 1300 persone hanno sottoscritto al Meeting di Rimini l’appello ad Amnesty International perché ripensi alla sua decisione di inserire l’aborto tra i diritti umani da perseguire. E’ ancora possibile dare il proprio assenso: basta inviare una mail di adesione a siallavita@mpv.org

Nell’appello è scritto, tra l’altro che “Il diritto alla vita è, infatti, il fondamento di ogni altro diritto e attualmente gli attentati contro la vita umana nella fase più giovane dell’esistenza hanno raggiunto un’estensione enorme sviluppandosi in forme nuove. Ma, purtroppo, non si è ancora udita la voce di Amnesty a difesa delle vittime più deboli, povere, numerose.(…) Da una organizzazione come Amnesty ci saremmo attesi una solenne proclamazione del diritto alla vita fin dal concepimento. (…) Chiediamo perciò un ripensamento da parte degli organi centrali di Amnesty International. Esso favorirebbe un rinnovato impegni di collaborazione con Amnesty di quanti, cristiani o no, riconoscono che il principio di eguaglianza riguarda tutti gli uomini e non solo i già nati”. documento presto disponibile nel sito

http://www.mpv.org

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