30/10/07

Anche Benedetto XVI torna a parlare di aborto

Mentre Benedetto XVI lancia il suo affondo sui temi etici e invita i farmacisti cattolici a fare appello all'obiezione di coscienza laddove si va contro la vita in modo diretto, come nel prescrivere farmaci abortivi, l'interruzione di gravidenza torna a fare notizia e a far parlare di sé. E anche gli stessi che lo considerano un diritto consolidato iniziano a preoccuparsi dell’aumento del numero delle interruzioni di gravidanza.


26/10/07

Macché tragedia, dicono a Londra, è una scelta (per fortuna) in aumento

Giù la maschera, l’aborto è bello


Hanno detto quello che pensano, senza fingere di credere che l’aborto sia sempre una tragedia. Hanno spiegato, con sincerità, che l’aborto è progresso. Ann Furedi, a capo del British Pregnancy Advisory Service, movimento pro choice che aiuta le donne nelle interruzioni di gravidanza e nella contraccezione, ha risposto alla denuncia di Lord Steel, autore dell’Abortion Act di quarant’anni fa, sconvolto dai duecentomila aborti l’anno in Inghilterra: “Ci sono molte ragioni positive – ha detto – per cui il numero degli aborti è in crescita: le donne hanno maggiore accesso alle strutture, hanno il sostegno economico del servizio sanitario nazionale e ora considerano l’aborto un’opzione accettabile se si trovano a dover fare i conti con una gravidanza indesiderata. Se credi che le donne debbano poter decidere del loro futuro riproduttivo, allora questi sono cambiamenti positivi… oggi le donne si sentono molto più in grado di decidere quando e se diventare madri”. Il progresso è liberarsi velocemente di un bambino non programmato, il progresso è farlo a casa propria (come ha appena proposto il Parlamento inglese: a casa e con consenso informato entro le dodici settimane, così si può saltare anche la fase del certificato dei due medici), e ora finalmente si può smettere di raccontarsi bugie gelidamente compassionevoli: l’aborto è “un’opzione accettabile”, niente di più. Un modo per risolvere una piccola distrazione, un mezzo per governare al meglio la propria vita, eliminandone un’altra, più piccola. E’ il progresso, bellezza, e chi sopravvive è fortunato.

Da "Il Foglio" del 26-10-07

25/10/07

Troppi aborti in Inghilterra. Il padre della legge si pente

Ogni anno più di 194mila casi. Il mea culpa di Lord Steel: «Non avrei mai immaginato una situazione così grave». In discussione norme più restrittive…



Ride e piange. Anche se ha appena dodici settimane. Anche se è ancora nel pancione della mamma. E sembra quasi che cammini nel suo grembo. L’immagine tridimensionale di un feto prodotta da Stuart Campbell, ex professore di Ostetricia e Ginecologia al King’s College di Londra e pioniere delle più recenti tecnologie di analisi prenatale, da qualche tempo ha riaperto nel Regno Unito il dibattito sull’aborto e costretto all’apertura di un’inchiesta del Comitato per la Scienza e la Tecnologia. Ma da ieri, da quando il padre della legge nazionale sull’interruzione di gravidanza, il liberaldemocratico Lord Steel, ha parlato al Guardian sostenendo che «troppi aborti» vengono praticati nel Paese e che l’abuso è ormai diventato una triste realtà, a Londra è scoppiata la bufera.

24/10/07

Toscana: cartellone con neonato con braccialetto ID "homosexual"

Carlo Casini «il fatto che un bimbo appena nato, superstite della grande discriminazione che ha ucciso a milioni con l’aborto e la sperimentazione distruttiva tanti suoi simili prima della nascita, sia adottato come testimonial contro la inesistente discriminazione verso agli omosessuali, è estremamente urtante. Qualificare di omosessuale un bimbo che non ha alcuna possibilità di manifestare tendenze sessuali - sostiene - è una violenza e una inaccettabile discriminazione, a danno dei più piccoli e dei più deboli»

15/10/07

Ventidue settimane e può vivere

Ormai sappiamo che da 22 settimane dal concepimento il neonato può vivere fuori dell'utero materno: ecco le prove: Il tarlo che insidia la gravidanza. Diagnosi prenatale: per curare o per selezionare? ecco le cose che non si può non sapere.

What REALLY happens during an abortion

In Inghilterra ricorre il 40° anniversario della legge sull'aborto e sull'aborto si discute in pubblico. Molti, certo non per motivi religiosi, chiedono di ridurre il periodo massimo entro cui è consentito.

L'articolista scrive: "Sorprende poco il fatto che alcuni dicano che la legge è interpretata per concedere l'aborto a domanda. Pochissimi dottori direbbero di no ad una donna che crede di non poter sostenere la gravidanza o un bambino non voluto" (Small wonder, then, that some say the law is interpreted to allow abortion on demand. Very few doctors will refuse a woman who believes she can't cope with the pregnancy or an unwanted child. )

postato da: carlobellieni

GRAN BRETAGNA. I CRISTIANI SCENDONO IN PIAZZA PER I NON NATI

In occasione del quarantesimo anniversario della legalizzazione dell’aborto

(070215) A quarant’anni dalla promulgazione della legge sull’aborto nel Regno Unito, l’associazione degli avvocati cristiani (Lcf) chiama tutti i cristiani a marciare il 27 ottobre fuori dal Parlamento in una manifestazione contro l’aborto nel 40° anniversario dalla legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza nel Regno Unito.

L’appello per i cristiani è di parlare, di farsi sentire e rompere il silenzio sulla tragedia dell’aborto, ma anche di preoccuparsi delle scottanti questioni della legge sugli embrioni e sui tessuti umani a pagamento che saranno votati in parlamento questo autunno.

«Una cosa è chiara- scrive l’Lcf - questo mese di ottobre costituisce un’occasione unica per i cristiani di parlare per coloro che non possono parlare da soli».

USA. Il 7 OTTOBRE SI E’ CELEBRATA LA GIORNATA PER LA VITA

Il tema scelto dalla Conferenza episcopale era “Il bambino esultò nel grembo”

(070209) “Testimoniare la verità dell’incomparabile dignità e diritto alla vita di ogni essere umano”. L’esortazione è contenuta in una nota, diffusa dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), in occasione della Giornata per la vita che si è celebrata nelle parrocchie americane il 7 ottobre scorso. Il documento, firmato dal presidente della Commissione pro-life dell’Usccb, card. Justin Rigali, denuncia “la confusione sui temi della vita quali la ricerca sulle cellule embrionali, l’aborto e l’eutanasia ed invita tutte le persone di buona volontà a testimoniare per il diritto alla vita di ogni uomo”. “Questo – afferma il card. Rigali – è più di una preoccupazione religiosa ed è riconosciuto dalla convenzione dei diritti del bambino del 1989”. I vescovi americani hanno, dal 1972, promosso una campagna a difesa della vita, di cui la Giornata del 7 ottobre è un appuntamento cardine. Quest’anno il tema scelto era “Il bambino esultò nel grembo” tratto dal Vangelo di Luca.

L’UNICEF FINANZIA UNA CAMPAGNA GLOBALE PER L’ABORTO SICURO

La denominazione è paradossalmente “agisci ora per le donne e i bambini”

(070205) Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New da diverse agenzie dell’Onu e Ong. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata paradossalmente Deliver now for women and children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef), che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia.

Presentata come una campagna facente parte dei Millennium development goals (gli Obiettivi del Millennio decisi dall’Onu nel 2000) per sensibilizzare sulla salute delle donne e dei bambini, il programma di “Deliver Now” prevede tra l’altro un invito all’ “aborto sicuro”, che è sinonimo di aborto legale. La campagna è coordinata dalla Partnership for maternal, newborn & child health, diretta da Kul Gautam, vice direttore esecutivo dell’Unicef e assistente del Segretario generale dell’Onu, e i cui membri comprendono tra gli altri: la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International planned parenthood federation (IPPF), le agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, nonché OMS e UNFPA.

Il sito web di Deliver Now presenta questa durissimo slogan: “Oltre 10milioni di morti l’anno. Troppe per poterle ignorare”. Questa enorme cifra è la sintesi di due dati: il numero di donne morte per cause legate alla maternità, una cifra (altamente sospetta) che diverse agenzie dell’Onu fissano a 500mila e il numero di bambini morti ogni anno per qualsiasi causa, all’incirca 10 milioni. Insomma per evitare i 10 milioni di bambini morti dopo la nascita se ne programma la morte di centinaia di milioni prima della nascita

RU486 DISTRIBUITA IN ITALIA DA FEBBRAIO PROSSIMO

Lo comunica l’azienda produttrice, la francese Exelgyn

(070204) Exelgyn Laboratoires, l’azienda farmaceutica francese che produce la pillola abortiva Ru486, presenterà il 7 novembre la domanda di autorizzazione del farmaco in Italia. Ad annunciarlo è Catherine Denicourt, responsabile farmaceutico dell’industria parigina, che stima anche la possibile data di conclusione della procedura di ’via libera’ nel nostro Paese, per mutuo riconoscimento da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): il 19 febbraio 2008. Dopo quella data la Ru486 dovrebbe essere disponibile in Italia anche se, per effetto della legge 194, l’uso dovrebbe essere solo ospedaliero.

La richiesta di commercializzazione verrà inoltrata all’Aifa e sarà valutata sulla base della procedura di mutuo riconoscimento prevista dalle norme europee. La Francia, nominata dalla Exelgyn ’reference member state’, ossia Stato membro di riferimento, e dove la pillola Ru486 è già commercializzata, ha compilato un report con tutte le informazioni necessarie agli altri Paesi per introdurre il farmaco senza dover ripetere gli esami necessari a verificarne l’efficacia e la sicurezza.

NEL MONDO UNA GRAVIDANZA SU CINQUE FINISCE IN ABORTO

Per lo studio di Lancet il numero complessivo sarebbe però diminuito del 17%

(070203). Una gravidanza su cinque nel mondo termina con un aborto secondo uno studio pubblicato dalla rivista medica The Lancet.

Nonostante la cifra da brivido, il tasso di aborti a livello mondiale sarebbe diminuito del 17% tra il 1995 (46 milioni) e il 2003 (42 milioni), secondo stime basate su dati nazionali ufficiali e studi. Su mille donne di età dai 15 ai 44 anni, 29 hanno avuto un aborto nel 2003, contro 35 nel 1995. L’Europa occidentale ha il tasso di aborti più basso nel 2003 (12 per mille) mentre nell’Europa dell’Est circa la metà delle gravidanze finisce con un aborto.

La diminuzione del tasso di aborti sarebbe stata più importante nei Paesi sviluppati che nei Paesi in via di sviluppo. Nei Paesi sviluppati, la diminuzione più notevole riguarda l’Europa dell’Est (44 aborti su mille nel 2003 contro 90 su mille nel 1995).

LEGGE 194. L’ABORTO RESTA BLOCCATO A CIFRE ABERRANTI

Lo dimostra, al di là delle interpretazioni ideologiche, la Relazione del ministro

(070202) - La Relazione presentata dal ministro Turco sullo stato di applicazione della legge 194 conferma che l’andamento del fenomeno “aborto” è da anni stabilizzato e mostra solo lievi variazioni in aumento o in diminuzione tra un anno e l’altro. I dati provvisori del 2006 sono in leggero aumento rispetto ai dati provvisori (cioè omologhi) del 2005, ma nella sostanza il numero delle Ivg rimane stabile intorno ai 130mila.

E questo avviene anche se la diminuzione delle donne in età fertile e la diffusione di un aborto neo-clandestino (pillola del giorno dopo) avrebbero dovuto abbassare le cifre delle rilevazioni ufficiali. Si dice quasi con sollievo che sono le donne straniere ad abortire di più, come se i loro aborti valessero meno o se i bambini extracomunitari fossero diversi da quelli italiani…

La verità è che l’aborto rimane un fenomeno inchiodato a dimensioni aberranti: dal 1978 sono quasi 4 milioni e 800mila le Ivg registrate ufficialmente e che non tengono, come è ovvio, conto della clandestinità vecchia (sempre praticata come il caso di Villa Gina dimostra) e nuova (Norlevo).

Davanti a cifre come queste, come può il ministro Turco dire che va tutto bene, che la legge 194 è un’ottima legge che non richiede variazioni neppure per rendere applicate le parti preventive? Come può limitarsi a ritoccare i termini della vita autonoma del feto (pure necessari) nelle linee guida?

E’ necessario modificare l’azione dei consultori affinché nel loro lavoro diano la preferenza alla vita che rappresenta l’interesse sociale, culturale e perfino demografico del Paese

Alcune riforme pure importanti, possono addirittura essere introdotte per via amministrativa senza immaginare sconvolgimenti legislativi Come cambiare il modo di elaborare la Relazione annuale riportando in essa non solo il numero dei morti (gli aborti), ma anche quello dei vivi (bambini sottratti all’aborto attraverso la solidarietà pubblica e privata alle loro madri, indirizzata non alla Ivg ma alla nascita) o come introdurre il riscontro diagnostico sugli embrioni abortiti in caso di presunta malformazione.

La relazione disponibile nel sito http://www.mpv.org

IL DIRITTO ALLA VITA E’ LA NUOVA QUESTIONE SOCIALE

Il contributo del Movimento alla 45ma Settimana Sociale

(070201) Il Movimento per la vita ha presentato il suo contributo alla 45ma Settimana sociale dei cattolici italiani. «Con il grande impatto che nel bene e nel male stanno avendo le biotecnologie sulla società e sulla coscienza diffusa e con i tentativi di svuotare di significato il matrimonio come fondamento della comunità umana, la comunità cristiana che dimenticasse o scegliesse di non porre al centro del proprio impegno sociale la questione antropologica che si declina essenzialmente come difesa della vita e della famiglia, sarebbe una comunità cristiana che deliberatamente rinuncia al suo ruolo di testimonianza e di incidenza sociale, votata all’insignificanza storica» ha spiegato Carlo Casini, nella conferenza stampa di presentazione del documento. «Deve crescere la coscienza che il diritto alla vita ed il diritto alla famiglia, come ha scritto Giovanni Paolo II, sono la nuova questione sociale o che, come ha ripetutamente detto Benedetto XVI, si tratta di temi assolutamente non negoziabili.

«Vale a dire che l’impegno su queste frontiere non costituisce per i cattolici un optional, come pure vorrebbero alcuni, infastiditi da parole che alle loro orecchie suonano demodè. Si tratta invece di temi che, come insegnano le recenti esperienze di impegno per il diritto alla vita ed alla famiglia (come l’approvazione ed il referendum per la difesa della legge 40 e come il Family day), costituiscono una potente forza unitiva sulla quale il popolo dei credenti può ritrovare il comune intendere ed il comune agire.

«Partendo da questi temi i cattolici impegnati nella vita civile possono arrivare a stringere un “patto” per elaborare, decidere ed attivare insieme una comune strategia che traduca in leggi e prassi amministrative la corretta soluzione della questione antropologica, a prescindere dalla collocazione e dalle simpatie politiche, realizzando quella trasversalità che proprio su legge 40 e Family day ha mostrato di essere una strada percorribile e vincente»

documento disponibile nel sito http://www.mpv.org

09/10/07

RU486. NON E' VIETATA.

A cadenze regolari se ne parla, annunciando che sarà introdotta in Italia. Stiamo aspettando, ricordando sempre che in Italia la pillola abortiva non è vietata. Non si abortisce con la Ru486 semplicemente perchè la ditta farmaceutica che la produce - e produce solo quel prodotto -non ha mai fatto richiesta di commercializzazione in Italia.

http://www.stranau.it/news/news_0709/ru486_fretta.htm




La 194 funziona, ma regola una tragedia

Non concordo sulla validità della 194 (vedere articolo relativo alla scia di aborti che si lascia dietro) ma è un articolo acuto soprattutto riguardo il giudizio sulla pillola abortiva.

Inquietante come sempre il dato 130.033 bimbi che non hanno visto la luce, solo nell'anno 2006. Nel mondo sono più i bimbi che vengono uccisi (con le tecniche più raccapriccianti: vedere libro di A.Socci, il Genocidio Censurato) nel ventre materno di quelli che muoiono di fame.




La legge va governata attuandola con la prevenzione, non con la Ru486

L’annuale relazione del ministero della Salute conferma che in Italia gli aborti continuano a calare, sia rispetto all’anno di introduzione della legge 194 (meno 60 per cento), sia rispetto al 2005 (meno 2,1 per cento). Il dato è definito “eclatante” per le italiane, anche se continua a crescere in modo esponenziale il ricorso all’interruzione di gravidanza tra le straniere, alle quali va attribuito il trenta per cento sui 130.033 aborti del 2006 (dato ancora provvisorio). Andrebbe però considerato, prima di gridare al miracolo, che il tasso di abortività in discesa viaggia sempre di pari passo con quello di natalità, a sua volta in caduta: se in Italia si abortisce meno, insomma, è anche perché si fanno sempre meno figli. E’ evidente, invece, soprattutto per quanto riguarda le straniere, che la legge 194 andrebbe pienamente attuata nella parte relativa alla prevenzione, all’offerta concreta di alternative e di aiuto alle donne che, proprio come le immigrate, abortiscono per ragioni economiche o perché fare un figlio, per loro, significherebbe perdere il lavoro. Fa bene la ministra Turco a sostenere la bontà tecnica della legge, sarebbe saggio aggiungere che il suo oggetto, l’aborto, è una persistente tragedia etica. L’efficacia della legge è solo un buon motivo sia per rendere meno decorative alcune sue parti fondamentali, sia per respingere gli attacchi di chi vorrebbe silenziosamente cambiarla. Tra questi, nonostante una vulgata ridicola accrediti il contrario, non ci sono le gerarchie cattoliche, che non si sono espresse in quel senso, come testimonia più di un pronunciamento di esponenti della Cei. A voler davvero cambiare la legge 194, il suo impianto che garantisce che l’aborto sia effettuato in strutture pubbliche con tutte le garanzie che ne derivano e con il metodo che si è rivelato migliore dal punto di vista della salute della donna, sono semmai i fautori della pillola abortiva Ru486. La sua introduzione sarebbe il primo passo di una privatizzazione dell’aborto che lascerebbe ancora più sole le donne e i bambini non nascituri che si portano in grembo. E renderebbe più difficile aiutarle, magari, a non abortire.

03/10/07

C'È CHI CON UN COMPORTAMENTO EUGENETICO BLOCCA LA RICERCA E LA TERAPIA; E NON È LA CHIESA

Mission Impossible: A Routine Childhood

C'è chi combatte, e inizia a vincere una grave malattia;

c'è chi si acontenta di abortire dopo diagnosi prenatale.

Chi dei due ama i suoi figli di più non lo vogliamo giudicare. Ma sappiamo che c'è chi con un comportamento eugenetico blocca la ricerca e la terapia; e non è la Chiesa. (dal NYT)

01/10/07

CULLE PER LA VITA. IN FUNZIONE ANCHE AD ALBENGA E PATERNO’

Si allunga la lista di queste moderne riedizioni delle Ruote degli esposti

(26 settembre-070113) Sono entrate in funzione due nuove Culle per la vita, una soluzione estrema a disposizione delle madri che non possono o non vogliono tenere un figlio e che non si sentono di approfittare della normativa sul disconoscimento alla nascita. In Liguria è stata inaugurata la Culla ad Albenga, mentre in Sicilia è stata aperta quella di Paternò (CT). Le due si vanno ad aggiungere alle decine già messe in funzione dal Movimento per la vita e da Istituzioni pubbliche in tutta Italia da Aosta a Treviso, da Palermo a Padova, da Casale Monferrato a Civitavecchia, da Firenze a Roma, da Bergamo a Finale Emilia a Piacenza.

APPELLO AD AMNESTY INTERNATIONAL SUL “DIRITTO” D’ABORTO

Il documento, nato al Meeting di Rimini, è tuttora aperto alla sottoscrizione

(26 agosto-070112) Oltre 1300 persone hanno sottoscritto al Meeting di Rimini l’appello ad Amnesty International perché ripensi alla sua decisione di inserire l’aborto tra i diritti umani da perseguire. E’ ancora possibile dare il proprio assenso: basta inviare una mail di adesione a siallavita@mpv.org

Nell’appello è scritto, tra l’altro che “Il diritto alla vita è, infatti, il fondamento di ogni altro diritto e attualmente gli attentati contro la vita umana nella fase più giovane dell’esistenza hanno raggiunto un’estensione enorme sviluppandosi in forme nuove. Ma, purtroppo, non si è ancora udita la voce di Amnesty a difesa delle vittime più deboli, povere, numerose.(…) Da una organizzazione come Amnesty ci saremmo attesi una solenne proclamazione del diritto alla vita fin dal concepimento. (…) Chiediamo perciò un ripensamento da parte degli organi centrali di Amnesty International. Esso favorirebbe un rinnovato impegni di collaborazione con Amnesty di quanti, cristiani o no, riconoscono che il principio di eguaglianza riguarda tutti gli uomini e non solo i già nati”. documento presto disponibile nel sito

http://www.mpv.org

POLONIA. NO ALLA GIORNATA EUROPEA CONTRO LA PENA DI MORTE

“Diventi una Giornata per la vita contro, anche, aborto ed eutanasia

(25 settembre-070110) La “Giornata europea contro la pena di morte” (iniziativa proposta dall’Italia e appoggiata da quasi tutti gli altri Paesi europei) non si farà, per una obiezione di fondo mossa dalla Polonia. Il governo di Varsavia, infatti, ha chiesto che la giornata assumesse una fisionomia positiva: che diventasse, cioè, una “Giornata per la vita”, contro, sì, la pena di morte, ma anche contro l’aborto volontario e l’eutanasia.

E’ probabile che l’obiezione polacca contro la “Giornata” abbia delle motivazioni anche strumentali (in vista delle prossime elezioni, il partito dei due gemelli Kaczynski, uno Presidente della Repubblica, l’altro Capo del governo, ha rilanciato la proposta di ripristino in Polonia della pena di morte, già avanzata nelle precedenti elezioni) ma sta di fatto che aborto volontario ed eutanasia equivalgono ad altrettante pene di morte, per di più contro innocenti.

E che tutti gli altri Paesi europei indeboliscono fortemente la propria campagna contro la pena di morte presentandosi, invece, come difensori dell’aborto e dell’eutanasia.

NICARAGUA. L’ABORTO TERAPEUTICO RESTA ILLEGALE

Benedetto XVI: avete resistito a forti pressioni interne ed internazionali

(24 settembre-070109) In Nicaragua, i deputati del Congresso nazionale hanno approvato con una schiacciante maggioranza (66 voti contro 3) il nuovo articolo sull’aborto del Codice Penale, che mantiene l’abolizione del cosiddetto “aborto terapeutico”, decisa il 26 ottobre dello scorso anno dall’assemblea unicamerale. I legislatori hanno eliminato dal progetto il terzo paragrafo dell’articolo 143, che intendeva decriminalizzare l’aborto terapeutico nel caso in cui tre medici attestano la necessità dell’intervento.

Benedetto XVI ha avuto modo di esprimere «il suo apprezzamento al Nicaragua per aver resistito a non poche pressioni interne ed internazionali» in occasione dell’udienza concessa nei giorni scorsi al nuovo ambasciatore del Paese sudamericano, Jose’ Cuadra Chamorro. Il Pontefice ha anche ricordato che «è fondamentale aumentare gli aiuti dello Stato e della società alle donne in gravidanza».

RU486 DAL 2008 IN ITALIA PER “MUTUO RICONOSCIMENTO”?

Imposta a Roma una sovranità limitata dalla normativa comunitaria

(10 settembre-070108) - La pillola abortiva Ru486 potrebbe arrivare in Italia all’inizio del 2008. L’azienda produttrice francese, Exelgyn Laboratoires, ha infatti intenzione di presentare richiesta di autorizzazione, per mutuo riconoscimento, del farmaco anche nel nostro Paese secondo le norme europee. L’Afssaps, l’ente regolatore per i farmaci d’oltralpe, ha già ricevuto da tempo l’incarico di redigere il report di valutazione che la Exelgyn presenterà all’Aifa che sarà obbligata a prendere atto della documentazione francese e autorizzare la commercializzazione della pillola abortiva. La Exelgyn confida di ricevere il report fra ottobre e novembre. Nei successivi 90 giorni dovrebbe completarsi l’iter burocratico in Italia.

LEGGE 194. LA PACIFICAZIONE POSSIBILE

Il Movimento per la vita scrive al ministro della Salute
(7 settembre-070103). Il Movimento per la vita ha inviato al ministro della Salute, Turco, una lettera sulle posizioni da lei espresse in merito a possibili interventi di modifica della legge 194: il ministro fa ripetutamente appello al senso della responsabilità e su questo si può avviare un dialogo che se pure parte da posizioni distanti nel giudizio sulla legge, può avere sbocchi positivi per l’intera società. Un rinnovato spirito dialogante non può però non partire dal riconoscimento della preferenza per la nascita e del ruolo che il volontariato può avere e già ha in questo senso. Se le forze di sinistra, di cui il ministro è esponente, riconosceranno chiaramente e formalmente che l’uomo è sempre uomo fin dal concepimento, sarà possibile convincere molti che la minaccia penale non è strumento essenziale nella difesa del diritto alla vita.


Non cesseremo mai di considerare la legge 194 ingiusta, ma intorno ad essa si potrebbe giungere, dopo trent’anni, ad una pacificazione sociale se, grazie ad un ritrovato dialogo sarà possibile rendere le disposizioni della parte preventiva meno equivoche e far diventare realtà la riforma dei consultori familiari secondo le linee da decenni indicate dal Mpv. Alcune riforme potrebbero essere introdotte da subito per via amministrativa; la richiesta di inserire nell’annuale relazione al Parlamento non solo il numero degli aborti, ma anche quello dei bambini sottratti all’aborto attraverso la solidarietà pubblica e privata e l’introduzione del riscontro diagnostico sugli embrioni abortiti per presunta malformazione.

Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, si dichiara che questo sito non rientra nella categoria di informazione periodica in quanto viene aggiornato ad intervalli non regolari.