20/04/11

Ungheria. La protezione della vita del feto sin dal concepimento. E la UE starnazza.

La protezione della vita del feto sin dal concepimento, la promozione della famiglia, rappresentata dall'unione in matrimonio fra un uomo e una donna, la proibizione delle pratiche eugenetiche, limitazioni ai poteri della Corte costituzionale, doveri dei genitori verso i figli ma anche doveri dei figli verso i genitori anziani, limitazione costituzionale all'indebitamento dello Stato non oltre il 50 per cento del Pil,invocazione della responsabilità di fronte a Dio dei parlamentari che approvano la Costituzione, formalizzazione costituzionale dello stemma nazionale centrato sulla Santa Corona e su Santo Stefano, simboli dell'eredità storica cristiana dell'Ungheria.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban e il suo governo di coalizione di centrodestra formato dal suo partito Fidesz e dal Partito popolare cristiano democratico non ha avuto difficoltà a farapprovare nella giornata di oggi la nuova Costituzione dal Parlamento nazionale, dove detengono una maggioranza dei due terzi. Ma potrebbero essere costretti a fare marcia indietro per l'ostruzionismo di Bruxelles, dove i contenuti sopra elencati fanno venire l'orticaria a laicisti e sinistra nel Parlamento europeo, e probabilmente non solo lì.

Al momento attuale l'attacco esterno più violento viene dall'Alde, l'Alleanza dei liberali e democratici per l'Europa che riunisce partiti di ideologia radicale, laicista e anticristiana come i liberali belgi e i liberal-democratici britannici (l'unica formazione italiana presente è l'Italia dei Valori). In un comunicato stampa il presidente del gruppo in Parlamento, il belga Guy Verhofstadt, ha dichiarato che «è nell'interesse di noi tutti che questa Costituzione non diventi un cavallo di Troia per un sistema politico più autoritario in Ungheria basato sulla perpetuazione del governo di un partito. Invitiamo le autorità ungheresi a sottomettere il testo della nuova Costituzione alla Commissione europea per una valutazione per revisionare le parti che non si conformano ai valori della Ue».

I liberaldemocratici sono preoccupati perché il testo costituzionale potrebbe essere interpretato «sulla base di specifici valori come la fede, la lealtà, la preminenza della comunità e della nazione sull'individuo, il ruolo primario delle famiglie tradizionali nella società e l'importanza del cristianesimo nella preservazione della nazione ungherese», e perché sembra escludere «le famiglie monoparentali, le coppie di fatto e le coppie omosessuali; mentre la protezione della vita del feto dal concepimento equivale a una proibizione dell'aborto».

Gli stessi concetti erano stati espressi dalla britannica baronessa Sarah Ludford all'audizione del Parlamento europeo sulla nuova Costituzione ungherese del 29 marzo scorso, allorché tutti i componenti del gruppo socialista erano assenti per altri impegni. La delegazione ungherese del Ppe al Parlamento europeo ha replicato con un comunicato in cui definisce quello di Verhofstadt «un altro attacco infondato e politicamente motivato, in quanto la bozza di Costituzione è fondata sui valori europei». In particolare vengono respinte le critiche sui minori poteri riconosciuti alla Corte costituzionale dalla nuova Costituzione: «I rilievi di Guy Verhofstadt sui poteri della corte costituzionale sono un caso di doppio standard, in quanto costui è stato per molti anni il primo ministro di un paese in cui i poteri dell'analogo organo erano molto inferiori a quelli sia della vecchia che della nuova Costituzione ungherese».

Anche Amnesty International si è scagliata contro la nuova costituzione, in un suo rapporto apparso il 31 marzo nel quale condanna «riforme costituzionali ostili agli omosessuali, persecuzione delle comunità rom da parte di estremisti e una nuova legge sui media che minaccia la libertà di espressione». La legge sui media è stata in realtà modificata su richiesta della Commissione europea, mentre sui rom Viktor Orban ha annunciato che proporrà una nuova strategia europea prima della fine della presidenza di turno ungherese della Ue (www.tempi.it 1° luglio 2011).

 

 

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